I DATI
BELLUNO Rimangono 35 gli ospiti delle case di riposo della provincia di

Venerdì 5 Giugno 2020
I DATI
BELLUNO Rimangono 35 gli ospiti delle case di riposo della provincia di Belluno positivi al coronavirus, nove di loro sono ricoverati. Un numero che chiarisce come, proprio nelle strutture che dovrebbero proteggere gli anziani, il virus abbia avuto gli effetti più drammatici. Tra i 2117 operatori (2014 sono stati controllati con il tampone) i positivi sono invece lo 0,5 per cento, 10 in totale.
IL CONTAGIO NELLE STRUTTURE
Sono 29 le strutture coinvolte negli accertamenti disposti da Usl e Regione: tutte quelle che operano nel territorio provinciale. Nei 2157 ospiti la quasi totalità (2101) è stata controllata con tampone naso faringeo, al momento convive con il virus l'1,6 per cento degli ospiti. Dai dati diffusi ieri emerge che i decessi nelle case di riposo della provincia di Belluno sono stati in totale 81. Un prezzo elevatissimo, dunque, quello pagato dagli ospiti delle strutture al contagio. Il totale dei decessi, di pazienti positivi al virus, è di 116.
IL SOSPIRO DI SOLLIEVO
Dopo settantadue giorni, villa Gino Ceccon, la residenza per anziani di Santa Croce del Lago è tornata libera dal Coronavirus; nella struttura sono diversi i pazienti deceduti dopo aver contratto il virus che era arrivato a contagiare oltre venti ospiti. «Seppure con le dovute cautele, finalmente si respira un'aria più leggera afferma il direttore Marco Sossai Possiamo ricominciare a vivere la casa con un po' più di serenità».
Martedì è arrivato l'esito del tampone dell'ultimo ospite positivo che finalmente si è negativizzato. È stata fatta la sanificazione e ora gli ospiti residenti, seppure sempre mantenendo il distanziamento e rispettando rigorosamente le norme di igienizzazione, possono tornare a vivere tutti gli ambiti della struttura, anche gli spazi comuni.
NUOVA NORMALITÀ
Gli ospiti possono riprendere anche le attività di mantenimento cognitivo e della manualità che erano state sospese nell'emergenza. È anche possibile riattivare l'accoglienza di nuovi ospiti. La settimana scorsa sono arrivate le norme definite dalla Regione: i nuovi ingressi dovranno trascorrere 14 giorni di quarantena nelle stanze dedicate all'astanteria. «Tuttavia non si può ancora parlare di normalità - spiegano dalla struttura - nell'accezione del pre-Covid. Quello che manca maggiormente agli ospiti è l'incontro con i famigliari e viceversa. Le linee guida regionali vietano il contatto fisico. L'incontro sarà possibile dalle prossime settimane soltanto mantenendo la distanza e attraverso il vetro oppure un pannello di plexiglass».
IL FILTRO
Tutti gli oggetti che i famigliari portano agli ospiti, sia un vestito o delle caramelle, devono passare per le mani di un operatore. «Sentiamo l'esigenza di riavvicinarci alle famiglie confida il direttore Ci piacerebbe poter andare maggiormente incontro alle famiglie. Il contatto è fondamentale soprattutto per gli ospiti con decadimento cognitivo. Dall'altro lato, la preoccupazione è forte, abbiamo vissuto una situazione pesante. Comprendiamo la rigidità delle norme e siamo costretti a fermarci alla parte burocratica. Purtroppo manca la parte umana, quella che è un punto principale della nostra mission. Speriamo che questa fase passi velocemente e si possa tornare presto a far riabbracciare gli ospiti ai famigliari. Intanto il tavolo di confronto sulla questione prosegue a tutti i livelli e proprio oggi il direttore incontra il Comitato dei famigliari».
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