I confini di una legge sull'aiuto al suicidio

Lunedì 23 Settembre 2019
Cesare Mirabelli
La opportuna riflessione e iniziativa del Parlamento, che la Corte costituzionale ha sollecitato in uno spirito di leale e dialettica collaborazione istituzionale per risolvere la questione dell'aiuto al suicidio non ha avuto l'esito atteso. La Camera, dopo numerose audizioni in Commissione, non ha scelto un testo da porre a base della discussione. Il Senato, essendo questo argomento incardinato nell'altro ramo del Parlamento, non ha avviato l'esame dei progetti che pure sono stati presentati. Mentre, con un impegno dell'ultima ora, le forze politiche rappresentate in Parlamento sollecitano se stesse per una soluzione legislativa.
Nell'ottobre dello scorso anno la Corte costituzionale, pur fissando i principi che avrebbe posto a base delle sue valutazioni, aveva osservato che la soluzione del quesito di legittimità costituzionale, relativo alla punizione prevista dall'art. 580 del codice penale per tutti casi di aiuto al suicidio, coinvolge l'incrocio di valori di primario rilievo, il cui compiuto bilanciamento presuppone, in via immediata, scelte che anzitutto il legislatore è abilitato a compiere, ed aveva rinviato il riesame della questione all'udienza del prossimo 24 settembre, indicando cautele e percorsi che il legislatore avrebbe potuto considerare per rimuovere il vulnus costituzionale riscontrato. La Corte potrebbe ora rinviare nuovamente la propria decisione, come ulteriore atto di collaborazione istituzionale; tuttavia senza avere la certezza che (...)
Segue a pagina 23
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci