I campioni di un tempo: «Per noi emozione immensa»

Martedì 25 Giugno 2019
LE VECCHIE GLORIE
CORTINA Le divise degli Atleti Azzurri d'Italia hanno riempito di colore la piazza di Cortina, nell'attesa del verdetto del Cio, da Losanna. Fra loro alcune glorie sportive come Carletto Calzà, che gareggiò nei Giochi del 1956, atleta del pattinaggio di velocità, sul lago ghiacciato di Misurina, ancora oggi infaticabile sciatore, a dispetto dei suoi 87 anni. C'era Bruno Alberti, il Brill, discesista fortissimo degli anni Cinquanta e Sessanta, sei volte campione italiano, dodici anni in nazionale di sci, concorrente a tre Olimpiadi e tre Mondiali, più volte vincitore del trofeo Ilio Colli, la gara internazionale sulla pista Olympia della Tofana, che poi fu accorpata nel circuito di Coppa del mondo. Era allenatore di Giovanni Dibona, campione italiano di slalom nel 1966, e lo stesso anno portò Carletto Senoner a vincere al Mondiale di Portillo, in Cile. Per venticinque anni è stato direttore di pista delle gare di Coppa sulla Tofana: «E' una soddisfazione unica. Io so cosa vuol dire partecipare a gare olimpiche. In ogni caso questa candidatura sarebbe stata una vittoria, per la promozione che ha portato a Cortina, facendo vedere ovunque il nostro paese, ma così è davvero straordinario. E dire che io preferivo la prima proposta di Luca Zaia, la migliore in assoluto, con Cortina e il Veneto, assieme al Trentino Alto Adige. Mi pareva meno dispersiva rispetto a questo progetto con la Lombardia. Ma si vede che i tempi sono cambiati». Gli si stringe accanto Kristian Ghedina, il discesista azzurro amato dalla gente, che lo riconosce, gli si avvicina, chiede fotografie e autografi, gli strappa l'inesauribile sorriso: «Ho vissuto, da ragazzo, le candidature di Cortina alle Olimpiadi del 1988 e del 1992; allora facevo i conti e sognavo di riuscire a gareggiare in casa, contavo di esserci. Invece nel 1992 andarono ad Albertville ed io gareggiai lì, furono le mie prime Olimpiadi, di cinque edizioni alle quali ho partecipato. E' l'evento più importante della carriera di un atleta, già qualificarsi è entusiasmante, poi resta il sogno della medaglia. Io purtroppo non l'ho mai vinta ed è il rammarico più grande della mia carriera di atleta». Per gli Azzurri d'Italia il presidente Giorgio Triches riflette: «Tutto il lavoro fatto è stato premiato. Cortina, la provincia di Belluno, tutto il nostro territorio se lo meritavano. Ora l'immagine di queste montagne farà il botto. E' un evento che ha unito anche politicamente, ha fatto lavorare assieme le istituzioni di tutta Italia. E' un evento positivo: ora speriamo abbia anche un risvolto economico».
M. Dib.
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