IL CASO
UDINE L'ingresso alle scuole medie è sempre una novità per

Domenica 14 Ottobre 2018
IL CASO
UDINE L'ingresso alle scuole medie è sempre una novità per i bambini che arrivano dalla quinta elementare e si preparano a diventare adolescenti, un passaggio delicato che i ragazzini vivono generalmente come una bella nuova esperienza. Non è così per una ragazzina che un mese fa è entrata in prima media in una scuola della nostra regione. È una ragazzina disabile, costretta sulla sedia a rotelle e già questa è una difficoltà per lei e per la sua famiglia. In questo caso, però, al disagio per la disabilità si unisce l'umiliazione per un diritto negato, un diritto naturale: poter andare in bagno. A denunciare la situazione è Mario Brancati, presidente della Consulta regionale dei disabili, che, dopo aver parlato con la famiglia, riferisce come la minore spesso si ritrovi ad arrivare a casa con gli abiti sporchi perché si è fatta la pipì addosso. A quanto denunciato dai genitori, le verrebbe precluso anche di partecipare ai laboratori di fotografia e di musica che i suoi compagni frequentano perché «se avesse bisogno di andare in bagno, nessuno la porterebbe», a quanto afferma Brancati.
Secondo lui si tratta di un fatto «gravissimo perché non le viene garantito un diritto sacrosanto». Brancati è pronto a denunciare tutto alla Procura se entro domani la situazione non sarà risolta. In una regione sensibile e solidale questo caso lascia interdetti. Questa vicenda denunciata dal presidente della Consulta scoperchia il vaso dei tanti problemi che quotidianamente devono affrontare i disabili in Friuli Venezia Giulia, in «un territorio dove c'è carenza di servizi, di personale e di puntualità afferma . Mancano infermieri e fisioterapisti ed è una situazione che si trascina da sempre. Anche gli amministratori locali prosegue hanno attenzione per gli ospedali e i loro problemi. Un aspetto importante - precisa -, ma al territorio nessuno presta grande attenzione, soprattutto verso le fasce deboli che hanno poca voce. Il territorio è fondamentale e noi non siamo soddisfatti delle risposte che dal territorio ci arrivano. Mi auguro che ci sia un salto di qualità e maggiori risorse». Tra le carenze rilevate dalla Consulta ci sono le strutture dedicate alle gravi cerebrolesioni: «C'è l'impegno di dare vita ai nuclei dedicati, ma oggi sono presenti solo nell'Azienda goriziana e al Gervasutta. Questi pazienti hanno bisogno di strutture, gli deve essere garantita una buona qualità della vita, non si possono scaricare sulle famiglie». Altro nervo scoperto, secondo la Consulta, riguarda le persone affette da autismo. «Abbiamo finalmente ottenuto le linee guida per i bambini e gli adolescenti, però nella pratica non si è mosso molto e anche qui vogliamo capire le situazioni aziendali, cosa hanno fatto in concreto. Inoltre si è fermato il tavolo di lavoro sull'autismo dell'adulto. I casi più gravi denuncia il presidente non vengono seguiti e le famiglie sono lasciate sole. Mancano risposte dalle strutture».
L'auspicio è che la Regione «metta impegno concreto per modificare la legge 41, ancora ferma dal 1996», perché nel frattempo molto è cambiato. «Chiediamo che entro un anno questa legge venga portata all'attenzione del consiglio regionale. Il Friuli Venezia Giulia ricorda è una delle prime regioni che investe nel welfare, ma bisogna investire meglio. Le persone con disabilità aumentano, anche per i progressi della medicina che allunga la vita a queste persone che, però, quando diventano adulte scompaiono ed è un problema rilevante». Passi avanti e positivi, invece, sono stati fatti per l'abbattimento delle barriere architettoniche: «C'è uno sforzo anche delle amministrazioni locali in questa direzione e dove vive bene una persona affetta da una forma di disabilità, viviamo bene tutti noi».
Lisa Zancaner
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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