B&B, la città dei furbetti: 37 abusivi su 45 controlli

Sabato 14 Settembre 2019
L'INDAGINE
VENEZIA La stele di Rosetta per decifrare il mercato del nero nelle affittanze turistiche di Venezia e Mestre, è internet. È lì che i turisti in procinto di sbarcare nella città d'acqua cercano consigli, si informano e puntano al minor prezzo possibile. Senza andare tanto per il sottile con gli spazi, la qualità e le condizioni igieniche dell'alloggio, il Fisco. L'assioma è uno solo: risparmiare.
Ed è stato mettendo il naso nel web, in particolare collegandosi ad un portale coreano che suggeriva ai connazionali gli alloggi veneziani più a buon mercato (anche se fuori regola e rigorosamente di coreani), che i militari del Primo e Secondo Nucleo operativo metropolitano della Guardia di finanza di Venezia e gli agenti del Servizio attività produttive del centro storico-isole della polizia locale, con i colleghi del Nucleo polizia tributaria della polizia locale di Venezia, hanno scoperchiato l'ennesimo vaso di Pandora destinato a contenere e nascondere il mondo dell'abusivismo turistico. Fondamentale nel dare il via all'inchiesta anche il servizio GeoIds, il portale comunale su cui i cittadini segnalano, in forma anonima, i sospetti di abusivismo alberghiero. Metà delle segnalazioni trovano poi riscontro per un sistema di difesa della città che parte dal basso, dai suoi residenti.
I NUMERI E IL FISCO
Un anno di indagini e controlli minuziosi in quarantacinque tra bed&breakfast, ostelli e appartamenti del centro e della terraferma che hanno portato sotto i riflettori della legge trentasette (su quarantacinque) attività di pernottamento irregolari. Nei verbali, di tutto: attività abusive, impiego di personale in nero o irregolare, mancata certificazione dei guadagni. E poi le due maggiori violazioni: la mancata comunicazione della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) e il versamento al Comune della tassa di soggiorno. Ventidue i gestori verbalizzati a termine dei controlli. Tra i multati non solo italiani ma anche coreani, cinesi e bengalesi. In totale sono state 120 mila la sanzioni staccate dalla Finanza e dalla polizia locale, a cui si aggiungono altre 120 mila vergate dalla sola municipale in altri controlli. Ma non violazioni amministrative. La guardia di finanza ha passato al setaccio anche i registri e i profili delle attività controllate, per un'indagine che sul fronte fiscale era iniziata sul finire del 2017. Pesante il volume del sommerso e del non versato: 1,5 milioni di euro di ricavi non dichiarati; 290 mila euro di Iva evasa e più di 10 mila euro di imposta di soggiorno non versata alle casse di Ca' Farsetti.
A VENEZIA
Tra le situazioni che hanno fatto da chiave di volta dell'indagine, i circa 180 metri quadri di una struttura a Venezia, nel sestiere di Dorsoduro, gestita da un coreano e registrata come b&b, ma che in realtà era un ostello totalmente abusivo dove rispetto ai nove posti letto dichiarati, ne erano stati allestiti 28. A Cannaregio invece un italiano è stato scoperto a gestire quattro appartamenti per turisti e per i quali non era stata fatta la Scia: uno di questi, addirittura, risultava come ufficio. Sempre a Cannaregio, i finanzieri avevano hanno intercettato una comitiva di sei turisti asiatici che, trolley e valigie alla mano, stava lasciando la struttura dove avevano soggiornato durante la vacanza in città. Controllati, i finanzieri hanno scoperto che al gruppo non era stata rilasciata nessuna ricevuta fiscale nonostante avessero pagato 560 euro per il pernottamento. La struttura che li ospitava, poi, non era a norma nemmeno con l'igiene e le pareti interne erano state abbattute abusivamente, per trasformare le cinque camere in tre stanzoni ben più grandi, aumentando così il numero di posti letto e abbassando i costi della gestione.
In un b&b a Dorsoduro, i finanzieri hanno scoperto tre lavoratori coreani impiegati in nero alla reception e come camerieri a colazione. Il titolare della struttura, ha pagato una multa da 6 mila euro per le violazioni.
A MESTRE E MARGHERA
Situazione fuori norma anche a Mestre dove un cittadino cinese continuava a tenere aperto il suo bed&breakfast nonostante fosse giù stato segnalato e diffidato per la mancanza di autorizzazioni. Questo mentre nella zona di Marghera le indagini hanno sollevato il velo su un cittadino cinese che ha affittato ad un connazionale una stanza di sua proprietà per circa 800 euro mensili, senza dichiaralo e, così, non versare circa 35 mila euro come tassazione dell'affitto.
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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