Gnignati: «Altre 12 pietre d'inciampo: Venezia ricorda»

Lunedì 27 Gennaio 2020
Gnignati: «Altre 12 pietre d'inciampo: Venezia ricorda»
LA CERIMONIA
VENEZIA Suggestione e commozione hanno accompagnato ieri mattina la cerimonia ufficiale del Giorno della Memoria voluto dal Comune di Venezia in collaborazione con la locale Comunità ebraica, a 75 anni dalla liberazione dei campi di sterminio. La manifestazione cittadina ha avuto luogo al teatro Goldoni, composta dai discorsi del sindaco Luigi Brugnaro e dal presidente della Comunità ebraica di Venezia, Paolo Gnignati. Più volte la platea gremita ha applaudito i loro interventi, riservando qualche lacrima all'esecuzione del Canto delle Sapienze, recital di musica e narrazione su brani originali del maestro Riccardo Joshua Moretti, che si è esibito al pianoforte assieme a Nicola Tassoni (violino), Michele Pinto (viola), Giada Ester Gallo (violoncello), Pierluca Cilli (contrabbasso).
«Anche quest'anno una importante iniziativa ha avuto impulso in città, in connessione con il Giorno della Memoria ha esordito Gnignati ovvero l'ulteriore posa di 12 pietre di inciampo, che porta a 90 il totale delle pietre posate, tra cui quella che ricorda il presidente della Comunità, Giuseppe Jona, morto suicida nel settembre 1943 a poche ore dalla presa di possesso di Venezia dell'occupante nazista, in segno di estrema resistenza ed opposizione alla violenza cieca che avrebbe portato alla deportazione di 246 ebrei veneziani, di cui solo 8 sarebbero ritornati dai campi».
«Con questo gesto si mette in atto un'azione concreta e opposta a quella che i nazisti aiutati dai fascisti avevano in mente: trasformare l'ebreo in un numero privo di identità, una massa nemica che, come tale, andava annientata, eliminando la memoria dell'ebreo come individuo e così rendere normale, accettabile, l'opera di disinfezione sociale, realizzata con la deportazione ed uccisione nei campi. Chi salva un uomo salva un mondo, chi uccide un uomo uccide il mondo, è un insegnamento della tradizione ebraica. La pietra d'inciampo ripara almeno in minima parte il male che ha colpito l'individuo, perché gli restituisce un'identità negata e lo reinserisce nel mondo a cui è stato strappato».
«Queste cose sono successe e sono figlie di una società totalitaria dove l'ebreo era stato disumanizzato e mostrato dalla propaganda come un nemico che rappresentava un'infezione sociale da eliminare. Il Giorno della Memoria è un giorno di impegno civile che ci richiama alla consapevolezza che, per quanto difficile sia il percorso, solo una società basata sulla responsabilità individuale e sulla capacità di un progetto che veda al centro la persona e i suoi valori fondamentali è lo strumento che ci può permettere di affrontare le sfide davvero sempre più impensabili che la storia ci propone già oggi e sempre più ci proporrà in futuro».
Questa mattina il Giorno della Memoria continuerà al Ghetto con la visita delle due delegazioni regionali di giunta e consiglio, guidate dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Alle 11.30 Zaia e il presidente del consiglio Roberto Ciambetti deporranno una corona d'alloro al monumento dei deportati del Ghetto Nuovo. Sei fiammelle verranno accese davanti al monumento e verranno recitati salmi.
Tullio Cardona
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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