Girandola di imprese nel settore dei marchi contraffatti

Mercoledì 6 Gennaio 2021
Girandola di imprese nel settore dei marchi contraffatti
LE GRIFFE FALSE
VENEZIA Ma c'è un altro settore che ha interessato la Guardia di finanza ed è quello dei negozi di pelle presenti in centro storico. «Tra il 2018 e il 2019 sono stati eseguiti 28 controlli ad esercizi di questo tipo, rilevando irregolarità in ben 24 casi, pari all'85% del totale delle attività ispezionate. I servizi svolti hanno portato al sequestro amministrativo di circa 14mila articoli di pelletteria non in regola con la normativa in materia di etichettatura e di ulteriori mille pezzi con marchio contraffatto. Le sanzioni amministrative comminate ammontano a circa 18mila euro, immediatamente definite con il pagamento in 17 casi. In tale ambito è stato riscontrato che, in alcuni casi, erano gli stessi dettaglianti a preoccuparsi di apporre le etichette sugli articoli da commercializzare, provvedendo talvolta essi stessi alla loro produzione. Sono stati anche rinvenuti negli esercizi fogli stampati con innumerevoli riproduzioni di etichette autoadesive pronte per essere applicate sugli articoli».
Insomma i cinesi si sono buttati da tempo anche sulle griffe false e l'industria della contraffazione del made in Italy vale oltre 5 miliardi di euro. E siccome da qualche tempo il Porto di Venezia, che è sempre stato uno snodo importante del contrabbando, è più controllato, ecco che le merci taroccate vengono lavorate in un altro centro di smistamento nella zona di Treviso. E anche questo è tutto nero che gira. Del resto i cinesi pagano zero di tasse e quando la Finanza fa un accertamento, ecco che il titolare del negozio, del bar, del ristorante, semplicemente sparisce nel nulla e al suo posto arriva un altro cinese che, dopo un paio di anni, sempre allo stesso modo, cederà a un terzo e così via. Basti dire che l'età media dell'impresa cinese è di due anni e mezzo. È un'economia mordi e fuggi che sfugge a qualsiasi controllo e che asfalta la strada al turismo mordi e fuggi. L'unica consolazione è che finora i cinesi non hanno dimostrato grande interesse per il settore degli alberghi che, però, non è detto che si salvino visto che, purtroppo, ci sono evidenti appetiti all'orizzonte di mafia, camorra e ndrangheta. Tutto questo prepara un futuro per Venezia all'insegna di un turismo da discount che non lascia un solo cent alla città. (m.d.)
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