Gianluca Amadori
Per anni si è prestato ad emettere numerose false fatture

Lunedì 3 Agosto 2020
Gianluca Amadori
Per anni si è prestato ad emettere numerose false fatture per importi considerevoli, mettendosi al servizio di esponenti dell'ndrangheta calabrese, dei quali si servì anche per riscuotere i crediti personali, vantati nei confronti di soggetti con cui aveva fatto affari e che non volevano pagarlo. Dalle carte dell'inchiesta Camaleonte esce il ritratto di un Adriano Biasion senza scrupoli, disposto ad ogni tipo di scorciatoia per risolvere i problemi economici, ma al tempo stesso con la lacrima facile, tanto da scoppiare a piangere di fronte alla pm antimafia Paola Tonini, nel dicembre del 2019, in un interrogatorio nel quale ha cercato di far passare di se stesso un'immagine diversa, meno compromessa, da persona debole che si è lasciata trascinare, senza reagire, in una cosa più grande di lui.
Il cinquantaciquenne imprenditore residente a Piove di Sacco, ora sotto processo a Venezia, è uno dei personaggi centrali dell'inchiesta sulle infiltrazioni della cosca Grande Aracri in Veneto. Assieme all'ex amico Leonardo Lovo, 47 anni, di Campagna Lupia, e al veneziano Federico Semenzato, costituisce secondo la Procura lo snodo locale dell'associazione criminale calabrese che, grazie al terzetto, e ad alcuni altri imprenditori veneti, in apparenza per bene, è riuscita a stringere i suoi tentacoli sul tessuto socio economico veneto. È il fenomeno dei presunti onesti che per paura, (...)
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