Foresterie, hotel o ristoranti Anche la chiesa guarda ai turisti

Domenica 14 Ottobre 2018
Foresterie, hotel o ristoranti Anche la chiesa guarda ai turisti
IL FENOMENO
VENEZIA Se i residenti diminuiscono inesorabilmente e di preti ce ne sono sempre meno e sempre più vecchi, con una tendenza destinata a peggiorare, è inevitabile che alcune chiese e case canoniche della città non vengano più utilizzate. È un processo in atto già da anni, ma che ormai sta imponendo alla diocesi una scelta su cosa fare dei luoghi di culto dismessi e di altri beni un tempo nella disponibilità del clero.
CHIESE RICONVERTITE
Soprattutto per i primi il patriarca Francesco Moraglia apre a usi profani non indecorosi, che rispettino cioè il contesto originario ma aiutino a mantenerli, anche se finora poco si è concretizzato in questo senso. Il progetto pilota del restauro di San Beneto con la Confederazione nazionale artigianato presentato giusto in questi giorni, può aprire nuove soluzioni, peraltro sempre più urgenti anche a fronte della scarsità di risorse finanziare per restaurare edifici storici. Anche per questo motivo trovare alternative è impellente. L'ultima rivoluzione riguarda San Geremia che cessa di essere parrocchia per diventare santuario. Dalla canonica dovranno andarsene le sei famiglie che il parroco uscente don Renzo Scarpa da tempo ospitava e che lasceranno il posto a una foresteria per fedeli che verranno a venerare le spoglie di Santa Lucia, protettrice della vista.
DA CANONICA A HOTEL
Ma non è questo il primo caso di canonica riconvertita: già l'anno scorso il Gazzettino aveva raccontato la vicenda di Santa Fosca, data in affitto al vicino hotel e dove poi erano stati scoperti dei lavori abusivi con immediato ordine di demolizione e ripristino da parte del Comune. Moraglia al tempo aveva dovuto convocare un Consiglio presbiterale straordinario per spiegare l'operazione, sottolineando che i proventi sarebbero stati tutti destinati al restauro della chiesa attigua, il cui stato di conservazione è precario, ma dove i lavori ancora non decollano anche perché si sarebbero manifestati altri problemi sul frontone e soprattutto sul tetto che avrebbero fatto lievitare i preventivi. Intanto la canonica già ospiterebbe delle camere da letto ai piani superiori mentre al piano terra, da dove sono stati allontanati gli scout, l'albergo vorrebbe ricavarci un ristorante se non fosse che il Comune ha imposto il suo veto non essendo stata presentata neanche la richiesta di cambio della destinazione d'uso.
USO FORESTERIA
La messa a reddito di alcune strutture è, comunque, una strada che non dispiace ad alcuni preti. Anche a San Salvador la canonica è diventata una foresteria, escluso solo l'appartamento dato in regolare locazione ancora a suo tempo all'organista, con tanto di atto notarile che va rispettato. L'amministratore parrocchiale don Massimiliano D'Antiga che si occupa anche di San Zulian, abita fuori parrocchia e ha destinato l'edificio ad accogliere chi cerca un posto letto per qualche giorno, anche avvalendosi dei moderni canali informatici per trovarlo. Altre situazioni, poi, si verificano a macchia di leopardo con uno sguardo interessato al fenomeno in crescita del turismo religioso e magari anche all'accoglienza a prezzi calmierati degli studenti universitari fuori sede.
RISTORANTE CON PASSERELLA
C'è, infine, il caso dell'edificio ricevuto in eredità dal Seminario che si affaccia sul rio di Noale e al piano terra ospita un ristorante dato in gestione ai privati, ma sprovvisto di uscita di sicurezza. Per questo è stata costruita la passerella sospesa sull'acqua che doveva essere provvisoria per un anno e rimossa dopo il 4 agosto. E' ancora lì perché il Comune, che in prima battuta aveva ordinato di abbatterla, ha concesso un termine supplementare fino ai primi di dicembre in attesa di capire se i Vigili del fuoco daranno e meno la deroga sull'antincendio senza la quale il ristorante rischia di chiudere, sempre che la passerella da abusiva non diventi definitiva.
Alvise Sperandio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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