Focolai e prevenzione Primo esame superato

Lunedì 6 Luglio 2020
I RISULTATI
PORDENONE Messo alla prova, il sistema ha retto. Anche in provincia di Pordenone. Negli ultimi due giorni, infatti, si è parlato molto del focolaio nato in provincia di Trieste, e lo si è fatto per vari motivi: la provenienza del contagio (l'Europa dell'Est, ora leggermente più in difficoltà nella gestione della pandemia rispetto alla parte centrale del continente), una città già provata durante i mesi dell'emergenza. Ma anche in provincia di Pordenone era stato registrato un piccolo nucleo di diffusione del virus. Precisamente, l'epicentro era situato a San Quirino, all'interno di un nucleo familiare: cinque contagiati, tutti parte dello stesso giro. Così si è messa in moto la macchina del tracciamento, e lo ha fatto per la prima volta dalla fine della quarantena. Il risultato? Un successo, perché oggi il focolaio di San Quirino può dirsi se non definitivamente spento, almeno isolato.
L'OPERAZIONE
Ieri le fila le ha tirate il Dipartimento di prevenzione dell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale: a partire dal primo caso, registrato ormai più di una settimana fa, il sistema si è messo in moto e ha consentito di allargare il raggio dell'indagine. Le persone che hanno ricevuto il tampone sono state decine, e - dato di fondamentale importanza - il piano di tracciamento ha riguardato anche il vicino Veneto, dal momento che alcuni test sono stati effettuati anche nel Portogruarese. Sono lontani i giorni in cui chi aveva avuto contatti con persone positive non venivano sottoposte al test diagnostico se non presentavano i sintomi della malattia. Oggi si rincorre il virus sino a scovarlo, nel tentativo (stavolta andato a buon fine) di togliergli il cibo, cioè i corpi umani da infettare. Ed è quello che è successo in provincia di Pordenone, in particolare all'interno e all'esterno del piccolo focolaio di San Quirino.
LE TAPPE
L'Azienda sanitaria, che ha seguito sin dal primo momento i contagi nel piccolo comune a nord di Pordenone, parla di «successo». È stata fondamentale, in questo caso, la collaborazione offerta dalla stessa famiglia isolata dopo il primo paziente positivo: i contatti sono stati ricostruiti, si è riusciti ad allargare il raggio della ricerca e ora si ha la moderata certezza che il contagio non abbia avuto quella cassa di espansione che invece avrebbe avuto in inverno e in primavera. Il virus, allora, è diventato meno contagioso? Dall'Azienda sanitaria arriva un'opinione netta: non è così, il merito è tutto della capacità di isolamento dei casi positivi, praticamente raddoppiata rispetto al recente passato. Il primo paziente sanquirinese si trova ancora in ospedale, ma non ha più i sintomi del Covid-19. Rimane isolato in una struttura sanitaria (a Udine) solo perché potrebbe essere anc ora contagioso. Tutti gli altri cittadini risultati positivi all'interno del piccolo focolaio sono totalmente asintomatici.
LA MAPPA
La provincia di Pordenone rimane al sicuro. Ieri il portale della Protezione civile regionale registrava solo un caso attivo (ad esclusione di quelli ospedalizzati, ormai estremamente rari) esterno al focolaio sanquirinese: si tratta di un cittadino di Cordenons, non ricoverato nelle strutture sanitarie della regione. Il resto della provincia risulta essere Covid-free, cioè libero dal contagio. Si contano solo gli ultimi residenti ancora isolati per contatti con positivi. Nulla più.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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