Fedriga a Basovizza: no ai revisionisti

Lunedì 11 Febbraio 2019
LA CERIMONIA
BASOVIZZA Duemila persone, un record per la pietraia di Basovizza che circonda la foiba. Tanti studenti, provenienti sia dal Friuli Venezia Giulia che dal resto d'Italia. Una pioggia fredda e intermittente, che scendeva come a ribadire che si trattava della commemorazione di un eccidio e di un esodo, e non di una festa popolare. Eppure c'è stato spazio anche per la pancia di parte del pubblico, cioè di quella che attendeva l'arrivo e le parole del vicepremier Matteo Salvini.
Il leader leghista rappresentava il governo nel luogo simbolo e nel giorno giusto (quello del ricordo), ma il suo termometro è stato il popolo friul-giuliano: applausi spontanei appena ha messo piede alla foiba di Basovizza. Salvini indossava la divisa della polizia, atteggiamento criticato dall'ex presidente della Regione Serracchiani. Poi il bagno di folla, tra selfie e strette di mano. In poche parole, la presenza del ministro leghista è stato il fatto di cui parlavano tutti. Le foibe? Un sostanzioso contorno. Il governatore Fedriga , a margien della cerimonia ha detto: «Penso che quella di oggi sia una giornata storica, perché qui non c'erano solo persone, ma delle istituzioni nazionali e internazionali». E se l'Europa è arrivata tardi, questo «governo sicuramente si è svegliato. «Questo governo - ha aggiunto Fedriga - ha dimostrato una sensibilità diversa verso la Dalmazia, verso l'Istria, verso la Venezia Giulia e verso le Foibe. E credo che siamo riusciti anche grazie a oggi a ricordare degnamente le sofferenze della nostra terra e delle nostra gente».
LE PAROLE DEL MINISTRO
«I Bambini morti di Auschwitz - ha detto Salvini dal palco - sono uguali a quelli di Basovizza. Non esistono martiri di serie A e B. Siamo in una terra sacra, figlia del dolore. A scuola si inizia a studiare la storia senza fermarsi ad una certa data, non si dimentichino più le stragi. Non si perdoni chi nega e giustifica, aggiungendo dei però. Il mio dovere è di pensare al futuro: non sarebbe male ripristinare qualche mese di servizio civile obbligatorio per insegnare i doveri». Al fianco di Salvini, il presidente della Regione Massimiliano Fedriga e il sottosegretario pordenonese Vannia Gava. Il vicepremier ha deposto una corona di fiori sul bordo della foiba.
IL MINISTRO
Vicino al ministro dell'Interno, c'erano anche il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani (Fi) e il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza. «Lunedì (oggi, ndr) al Parlamento europeo parlerò proprio delle foibe che hanno insanguinato il Friuli Venezia Giulia - ha detto Tajani -. La verità ha vinto sul tentativo di lasciare questa tragedia nell'oblio. Chi nega è complice, uccide due volte, ma è già sconfitto dalla storia». Durissimo Dipiazza: «In Istria continuano ad esserci piazze e strade dedicate a Tito, nostalgici continuano a sventolare a Trieste la stella rossa in determinate date rinnovando il dolore e alimentando l'odio e le divisioni. Ad oggi aspettiamo ancora che qualcuno, dall'altra parte del confine, venga su questo terreno sacro e chieda scusa». Così l'arcivescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi: «Noi siamo qui per compiere il dovere morale del ricordare anche per quelli propensi a dimenticare o intestarditi nel continuare a negare l'evidenza storica».
IL CONTORNO POLITICO
Le vittime delle foibe e gli esuli sono stati ricordati da diverse personalità della politica locale. Il presidente della Regione Fedriga ha invitato a mantenere alta la guardia da «revisionismi tesi esclusivamente a rinverdire divisioni sulla pelle delle vittime». Così Sergio Bolzonello (Pd): «Si ricordano i morti e l'esodo: fare opera di memoria, verità e rispetto deve essere anche il compito delle istituzioni. Un ruolo che in questi anni non è mai mancato e sul quale da parte nostra c'è sempre stata assoluta chiarezza». Poi De Carlo e Sut (M5S), presenti a Basovizza: «Non potevamo mancare alla cerimonia solenne in nome dei morti». A Udine, ieri mattina, la cerimonia parallela del capoluogo del Friuli.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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