Famiglia distrutta il bimbo racconta

Venerdì 15 Settembre 2017
Famiglia distrutta il bimbo racconta
L'hanno sentito insieme agli avvocati, agli assistenti sociali e agli psicologi, perché raccogliere la sua testimonianza è un'operazione difficile e delicata. Allo stesso tempo, però, è fondamentale, perché Alessio, di fatto, anche se ha appena sette anni è il testimone chiave della tragedia della solfatara di Pozzuoli. I magistrati della procura di Napoli, che procedono per omicidio colposo plurimo, non possono prescindere dalla sua versione, tassello cruciale per l'inchiesta, che spinge i pm partenopei ad acquisire documenti, mail e carteggi negli uffici della società che gestisce la Solfatara. Le indagini puntano a ricostruire eventuali responsabilità dietro la morte dei coniugi Massimiliano e Tiziana Carrer e del figlioletto Lorenzo, che ieri ha fatto registrare un nuovo passaggio istruttorio: per la seconda volta in due giorni, appunto, il bimbo sopravvissuto alla tragedia di martedì scorso, è stato ascoltato dagli inquirenti.
La zia gli ha stretto le manine, in mezzo a tutte quelle facce adulte, familiari o estranee che guardavano solo lui. La verità Alessio, 8 anni appena compiuti, la sapeva già e se ne difendeva testardamente. Chi lo ama ha dovuto metterlo davanti alla realtà: dalla solfatara non tornerà nessuno. «Non è vero, non mi state dicendo la verità» ha gridato scappando via. Doveva saperlo, commenta un'assistente sociale. Non poteva tornare a Meolo, Venezia, per scoprirlo dalla bocca della gente. «Perchè vogliono sapere tutte queste cose da me?», ha chiesto Alessio, incuriosito da quella montagna di domande che arrivavano da quel plotone di uomini in giacca e cravatta. Con l'aiuto della psicologa, alla presenza anche dell'avvocato scelto dai nonni, è stato sollecitato con delicatezza a ricordare ogni passo della sua famiglia dentro la solfatara prima della tragedia. E la ricostruzione di Alessio, molto sveglio, pronto e sempre più in sospetto, non è quella cui è stato dato da subito credito. Gli zii preferiscono che nulla esca sui dettagli: uno di loro è avvocato e sa bene quanto possa essere feroce per un bambino di 8 anni il controinterrogatorio di un legale che deve mettere al sicuro la prova dell'incidente probatorio. «La priorità ora per noi è proteggere Alessio» spiega. La sua testimonianza, però, ora sembra aver trovato una solida spalla. Le dichiarazioni di Antonietta F., una residente che vive in una casa affacciata sula solfatara, verranno presto messe agli atti. «Vi prego, scrivete la verità - racconta - Fatelo per quel povero ragazzino. Non è vero che ha scavalcato la staccionata della Solfatara. È caduto nella voragine mentre stava scattando una foto e il fratellino è scappato via verso l'uscita gridando e chiedendo aiuto a qualcuno. Sono stati momenti terribili».
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