ECONOMIA
MESTRE Nuova puntata della vicenda Zes, la Zona economica speciale,

Domenica 23 Giugno 2019
ECONOMIA MESTRE Nuova puntata della vicenda Zes, la Zona economica speciale,
ECONOMIA
MESTRE Nuova puntata della vicenda Zes, la Zona economica speciale, che dovrebbe sorgere nell'area di Venezia e Rovigo ma che il Governo ancora non autorizza. Una vicenda che ha fatto arrabbiare tutti gli imprenditori del Nord Est che hanno intravisto l'opportunità di aggiustare l'economia con 26.600 nuovi posti di lavoro e 2 miliardi e mezzo di euro di investimento, grazie alla semplificazione burocratica e amministrativa concessa alle aziende che si insedieranno nei terreni della Zes, ma che rischiano di svegliarsi rendendosi conto che è stato solo un miraggio.
IL DOCUMENTO
L'altro ieri la deputata veneziana della Lega Giorgia Andreuzza, assieme ad altri colleghi, è riuscita a far approvare un emendamento alla Camera e a far inserire nel Decreto Crescita la questione Zes ma questo emendamento per molti veneziani e rodigini suona quasi come una campana a morto. Il documento, infatti, «impegna il Governo a valutare, entro l'anno in corso, la possibilità di prevedere l'istituzione di una Zes nella Regione Veneto» ma in tal modo il pericolo è che la valutazione arrivi fuori tempo massimo.
Proprio nei giorni scorsi, infatti, il sindaco Luigi Brugnaro e il presidente di Confindustria Venezia e Rovigo, Vincenzo Marinese, hanno ricordato che l'Europa consente l'istituzione di nuove Zes in tutti i Paesi dell'Unione entro il 31 dicembre prossimo, quindi se il Governo stabilisse entro l'anno in corso che è giusto autorizzare una Zona economica speciale anche nel Veneto (nonostante, in contrasto con l'Europa, il Decreto legge 91 del 20 giugno 2017 le preveda solo per il Sud), potrebbe essere troppo tardi per passare all'operatività.
Non a caso amministratori locali della provincia rodigina e di quella veneziana, seguiti da parlamentari, consiglieri regionali e dai rappresentanti dei sindacati e del mondo dell'imprenditoria martedì prossimo si incontreranno con il prefetto di Rovigo Maddalena De Luca per affidarle l'appello rivolto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, affinché li aiuti a trovare una strada per l'approvazione della Zes. E il sindaco Luigi Brugnaro dieci giorni fa aveva raccontato di aver sentito molto amareggiato il presidente di Confindustria dopo l'incontro a Roma con il ministro per il Sud, la 5 Stelle Barbara Lezzi: «Questi non aprono un bel niente. Secondo me alcuni dicasteri vanno proprio spostati, spostate le persone, scelgano loro, altrimenti con questo Governo non se ne esce». E, ancora, il presidente degli Industriali veneziani e rodigini Marinese ha minacciato di andare a rovesciare la scrivania del presidente di Confindustria nazionale se entro luglio, con lo staff di Barbara Lezzi, non avrà realizzato lo studio chiesto dal Governo per capire come realizzare la Zes nel Nordest.
L'APPELLO
L'altro ieri anche il parlamentare veneziano del Pd, Nicola Pellicani, ha presentato un ordine del giorno che, però, è stato bocciato dalla maggioranza gialloverde, e Pellicani sostiene che M5S e Lega hanno votato contro «perché impegnava il Governo a istituire la Zes entro il 2020, mentre l'emendamento della Lega non implica alcun impegno concreto». Per Pellicani, insomma, quello dell'altro ieri della Camera è stato «in realtà un altro stop alla Zes e alla occasione di rilanciare l'economia veneziana, oggi monopolizzata dalla monocultura turistica. Questo Governo conferma ancora una volta il suo disinteresse per Venezia».
Giorgia Andreuzza è, invece, più ottimista anche se pure lei ha rivolto un appello al ministro Lezzi: «Sia ragionevole. Il rischio per il Veneto è evidente: la delocalizzazione, la perdita di investitori esteri e quindi nessun rilancio occupazionale».
E.T.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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