E sulla Lega nuova tegola: si indaga sui fondi Il tesoriere Centemero rischia il processo

Domenica 21 Aprile 2019
L'INCHIESTA
ROMA L'indagine per mafia, che parte da Palermo e porta a Roma con un'ipotesi di corruzione per il Armando Siri, punta sui soldi. E non soltanto per trovare un riscontro all'ipotesi che il sottosegretario della Lega abbia intascato una mazzetta di 30mila euro per favorire le società di Paolo Arata, il professore, mentore di Matteo Salvini in materia di energia. Gli investigatori della Dia vogliono stabilire se le fitte relazioni di Arata e le aziende del gruppo, in cui l'ex parlamentare di Forza Italia era di fatto socio dell'alcamese in odore di mafia Vito Nicastri, abbiano finanziato il fronte sovranista al quale la Lega aderiva. O lo stesso Carroccio, e se eventuali in cambio di favori e appoggi nei ministeri e provvedimenti favorevoli, come quello che Siri avrebbe tentato di far passare. E mentre infuria la polemica politica, per la Lega, già nei prossimi giorni, potrebbe arrivare un'altra grana giudiziaria con la chiusura delle indagini per il tesoriere Giulio Centemero, indagato per finanziamento illecito dei partiti, una tranche dell'inchiesta che vede protagonista l'imprenditore Luca Parnasi e il suo progetto per la realizzazione dello stadio di Tor di Valle. Centemero rischia il processo.
I SOVRANISTI
Le relazioni ad altissimo livello di Paolo Arata emergono dagli atti giudiziari. E del resto era proprio Arata, nel luglio 2017, a parlare dal palco della convention salviniana di Piacenza Facciamo squadra, costruiamo il futuro, i progetti sull'energia proposti dall'imprenditore venivano condivisi dall'attuale vicepremier Salvini che li rilanciava su twitter con l'hashtag Arata. Paradossalmente è proprio l'ex parlamentare genovese a favorire Armando Siri e a sponsorizzare la sua nomina, tra marzo e giugno 2018, quando gli scenari sono ancora molto confusi e il governo non si è ancora formato. Ed è proprio sull'accordo che sottenderebbe queste strette relazioni che indagano gli inquirenti, per stabilire se prevedesse altri favori. In questa rete di rapporti emerge anche il ruolo di uno dei figli di Arata, Federico, mentre l'altro, Francesco, è indagato insieme al padre per intestazione fittizia di beni aggravata dal favoreggiamento alla mafia. Federico, che non è coinvolto nell'inchiesta, è stato da poco nominato consulente dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti e si definiva uno degli architetti dell'Internazionale sovranista.
È stato lui ad accompagnare in diversi viaggi Siri a Londra, Salvini negli Stati Uniti e ad aprire le porte del Vaticano a un pezzo di Lega. Perché anche all'interno delle mura Leonine c'è un fronte sovranista (anti Bergoglio) sostenuto dal cardinale americano Raymond Leo Burke. Poi la stretta relazione con Steve Bannon, pronto a organizzare una scuola politica nel Lazio. Le verifiche riguardano i finanziamenti di queste attività e puntano a stabilire se i protagonisti non fossero tenuti insieme da interessi assai più concreti di quelli ideologici. Che prevedesvano finanziamenti in cambio di favori.
IL FINANZIAMENTO
L'altra tegola giudiziaria potrebbe abbattersi sulla Lega già la prossima settimana, quando il procuratore aggiunto Paolo Ielo e la pm Barbara Zuin dovrebbero chiudere le indagini nei confronti di Giulio Centemero. L'ipotesi di finanziamento illecito riguarda i 250 mila euro versati dal costruttore, imputato per associazione a delinquere e corruzione, alla fondazione della Lega Più voci. I soldi erano arrivati in cassa nel 2015 per «acquisto di spazi pubblicitari» in realtà, Parnasi, che ha raccontato di avere trattato direttamente con il tesoriere e che quelle dazioni servivano per garantirsi favori. Centemero ha sempre sostenuto che i versamenti fossero registrati, ma le indagini dei carabinieri hanno dimostrato il contrario. Situazione analoga per l'ex tesoriere del Pd Francesco Bonifazi: Parnasi finanziò con 150mila euro la Fondazione Eyu. Anche lui rischia il processo.
Valentina Errante
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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