E anche il 25 aprile divide gli alleati

Martedì 23 Aprile 2019
IL CASO
Matteo Salvini ha messo le mani avanti per tempo: il 25 aprile quest'anno lo passerà a Corleone, a parlare di lotta alla mafia. «E' giusto ricordare i drammi storici di settanta anni fa, però la guerra di Liberazione oggi io, da ministro dell'Interno, non la faccio ricordando il fascismo e il comunismo, la faccio combattendo la mafia nel cuore della Sicilia. Fortunatamente siamo in democrazia, fascismo, comunismo e nazismo non torneranno più», ha spiegato.
Luigi Di Maio non la pensa così. E anche se non ha ancora annunciato formalmente cosa intende fare, ha assicurato che lui la Liberazione la celebrerà eccome perché «è un giorno importante per la nostra storia». «Un giorno - aggiunge - in cui festeggiamo chi ha vinto, i nostri nonni che hanno combattuto una battaglia contro un regime e che hanno ottenuto il risultato di darci la libertà e la democrazia. Io ho ben chiaro da che parte stare il 25 aprile, dalla parte dei partigiani che ci hanno liberato, non dalla parte di chi parla male dei partigiani o di chi vuole dire che il 25 aprile non é stato il giorno della liberazione».
Anche Luigi Zingaretti celebrerà, come ogni anno, la Liberazione. E, in più, lancia la sfida a Salvini anche sui temi dell'antimafia. Perché domani sarà a Castelvetrano, il comune di Matteo Messina Denaro, per un comizio in piazza proprio su cosa nostra. Né, sfuggirà, che il nome del boss è stato richiamato nella stessa inchiesta sull'eolico che vede indagato il sottosegretario leghista Armando Siri.
B.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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