ECOSISTEMA
MESTRE Anche le barene sono state messe a dura prova dall'acqua alta eccezionale e dalla bufera di martedì sera, e dalle acque alte dei giorni seguenti. E Massimo Parravicini, presidente del Comitato risorse vitali, chiede al commissario straordinario per l'emergenza, ossia al sindaco Luigi Brugnaro, di intervenire pure su questo versante «perché la tutela di Venezia comprende anche la tutela della sua laguna».
Non è solo una questione paesaggistica ma è soprattutto un duplice problema di sopravvivenza delle specie animali che vivono in laguna e di salvaguardia della stessa città storica e dei suoi abitanti.
Senza le barene, infatti, «le difese della città vengono ridotte perché non riescono più ad assorbire l'energia prodotta» dalle enormi masse d'acqua in movimento.
Per Parravicini, dunque, ai danni economici e di disagio per le persone anziane e disabili, alle famiglie, ai monumenti, ai lavoratori di tutte le categorie, agli imprenditori, alla mobilità, va aggiunto il durissimo colpo inferto all'ecosistema lagunare: «È importante per la riproduzione di molte specie di avifauna che ci nidificano, come la pettegola, la beccaccia di mare, i beccapesci, il gabbiano corallino, il cavaliere d'Italia, la avocetta... Ed è fondamentale per le specie ittiche che si riproducono in mare e crescono in laguna, oltre a quelle che stabilmente ci vivono: da avannotti, infatti, nelle barene trovano riparo dalle burrasche. Pure tra i lepidotteri, la sparizione delle barene potrebbe causare la scomparsa del bombice delle barene della famiglia delle falene».
In definitiva sia per difendere le specie animali che vivono in laguna sia per tutelare la stessa Venezia e i suoi abitanti «le barene vanno salvate cercando di innalzarle e di costruirne di nuove per proteggere un patrimonio unico al mondo qual è la laguna». (e.t.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA MESTRE Anche le barene sono state messe a dura prova dall'acqua alta eccezionale e dalla bufera di martedì sera, e dalle acque alte dei giorni seguenti. E Massimo Parravicini, presidente del Comitato risorse vitali, chiede al commissario straordinario per l'emergenza, ossia al sindaco Luigi Brugnaro, di intervenire pure su questo versante «perché la tutela di Venezia comprende anche la tutela della sua laguna».
Non è solo una questione paesaggistica ma è soprattutto un duplice problema di sopravvivenza delle specie animali che vivono in laguna e di salvaguardia della stessa città storica e dei suoi abitanti.
Senza le barene, infatti, «le difese della città vengono ridotte perché non riescono più ad assorbire l'energia prodotta» dalle enormi masse d'acqua in movimento.
Per Parravicini, dunque, ai danni economici e di disagio per le persone anziane e disabili, alle famiglie, ai monumenti, ai lavoratori di tutte le categorie, agli imprenditori, alla mobilità, va aggiunto il durissimo colpo inferto all'ecosistema lagunare: «È importante per la riproduzione di molte specie di avifauna che ci nidificano, come la pettegola, la beccaccia di mare, i beccapesci, il gabbiano corallino, il cavaliere d'Italia, la avocetta... Ed è fondamentale per le specie ittiche che si riproducono in mare e crescono in laguna, oltre a quelle che stabilmente ci vivono: da avannotti, infatti, nelle barene trovano riparo dalle burrasche. Pure tra i lepidotteri, la sparizione delle barene potrebbe causare la scomparsa del bombice delle barene della famiglia delle falene».
In definitiva sia per difendere le specie animali che vivono in laguna sia per tutelare la stessa Venezia e i suoi abitanti «le barene vanno salvate cercando di innalzarle e di costruirne di nuove per proteggere un patrimonio unico al mondo qual è la laguna». (e.t.)
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