Due sciatori muoiono travolti dalla valanga

Sabato 17 Aprile 2021
LA TRAGEDIA
MALBORGHETTO Una tragica fatalità. Non sanno darsi altre spiegazioni coloro i quali conoscevano bene Carlo Picotti e Federico Deluisa, i due alpinisti friulani che hanno perso la vita nella mattinata di ieri lungo le pendici dello Jôf Fuart, tra le Alpi Giulie, travolti da una valanga che non ha dato loro scampo. I due, cividalese di 36 anni e aspirante guida alpina il primo, 42 anni, udinese il secondo, erano esperti conoscitori della zona e avevano deciso di effettuare una gita assieme ad un terzo amico, Andrea Polo, 39 anni di Basiliano; partiti dal versante meridionale, quello del rifugio Corsi, avevano appena imboccato il canale di discesa della Gola Nord Est. Avevano effettuato la salita fino alla vetta, per poi scendere in freeride lungo una delle vie d'accesso aperta da Julius Kugy una delle discese ambite di sci ripido della regione. Il primo sciatore è sceso effettuando le prime curve, senza che accadesse nulla. Secondo quanto ricostruito quando è sceso il secondo sciatore, si è staccato un lastrone di valanga che li ha travolti entrambi. Il terzo sciatore, era un po' più distante, si era fermato per una sosta, e questo gli ha salvato la vita. Non è stato travolto e nonostante lo choc con sangue freddo è sceso sciando fin dove ha potuto, fino dove c'é un salto di roccia di una trentina di metri dal quale ci si deve calare con la corda per cercare i suoi compagni. E stato lui a dare l'allarme, intorno alle 11. Sul posto sono arrivati tre elicotteri, l'elisoccorso regionale, l'elicottero della Protezione Civile, il Suem di Pieve di Cadore e tre unità cinofile, assieme alle squadre del Cnsas di Cave del Predil, della Guardia di Finanza di Sella Nevea e i Vigili del fuoco del comando di Udine con 10 operatori specializzati per il soccorso su neve, ghiaccio e dispersi sotto le valanghe.
L'INTERVENTO
L'équipe medica del 118 e il tecnico dell'elisoccorso FVG hanno perlustrato la zona dall'alto e individuato subito alla base del canale le giacche dei due travolti, entrambi parzialmente disseppelliti. La valanga staccatasi a quota 2300 metri, li ha portati circa 600 metri più sotto rispetto al punto di distacco della stessa. I soccorritori sono sbarcati in hovering e li hanno raggiunti e disseppelliti del tutto non potendo far altro che constatare il decesso di entrambi. Le salme sono state poi recuperate dall'elicottero della Protezione Civile con a bordo i tecnici della stazione di Cave del Predil e trasportate a valle, presso Prati Oitzinger, in Val Saisera, nel comune di Malborghetto Valbruna dove sono state ricomposte dalle onoranze funebri e trasferite presso le celle mortuarie di Tarvisio. Il terzo sciatore è stato invece recuperato successivamente con una verricellata dall'elisoccorso regionale e anche lui condotto a valle dove ha raccontato la straziante disgrazia.
IL VICECAPOSTAZIONE
«Stavano scendendo lungo il canale ha spiegato poi il vice capo stazione del Cnsas di Cave, Stefano Rosenwirth quando si è staccata una valanga di scorrimento che ha trascinato giù, per quasi cinquecento metri, i due escursionisti. Il terzo è riuscito a salvarsi perché fuori dalla traccia del lastrone di neve. Non c'è stato nulla da fare per le vittime». Tutti i componenti del gruppo come detto erano scialpinisti molto esperti di montagna. «Ci sono delle fatalità che non si possono controllare. Puoi prendere precauzioni ma anche in momenti sicuri le valanghe possono esserci ha aggiunto Rosenwirth. Ieri il bollettino valanghe aveva fissato un grado di allerta di 2, moderato. Il canale, molto impegnativo soprattutto per la pendenza, era una zona conosciuta dai tre che erano «tecnici di riguardo, che conoscevano i rischi della montagna».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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