Dita amputate e minacce: i precedenti nella zona

Lunedì 24 Settembre 2018
LANCIANO «Appena entrati mi hanno detto tira fuori i soldi che sappiamo che ce li hai. Tu non lavori mai con le banche. Avevano il viso coperto e uno impugnava una pistola». Il 27 marzo scorso Domenico Iezzi, 73 anni, commerciante di San Vito Chietino, raccontò così la rapina subita la notte precedente da una banda di sanguinari che, per terrorizzarlo, gli amputarono un dito lasciandolo poggiato sul tavolo della cucina. Un copione che si è ripetuto ieri nella villa del chirurgo Carlo Martelli, alle porte di Lanciano, chiarendo definitivamente agli inquirenti che crimini del genere non possono più essere considerati un'eccezione nell'area frentana e che la violenza dei malviventi non sembra conoscere argini. Il flagello, nell'interno della provincia di Chieti, è iniziato almeno quattro anni fa, spingendo gli abitanti di Villa Santa Maria a organizzare ronde per il controllo del territorio. A Santa Maria Imbaro, l'anno scorso, una coppia di imprenditori fu attesa sotto casa dai banditi. A rappresentare un'insidia per i residenti sono lo spopolamento dei centri interni e la riduzione del presidio delle forze dell'ordine. L'estate scorsa la protesta dei sindaci.
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