De Pellegrin: «Bisogna fare sempre le giuste distinzioni»

Martedì 11 Agosto 2020
De Pellegrin: «Bisogna fare sempre le giuste distinzioni»
I POLITICI
BELLUNO Non è una condanna tout court, questo è certo. Chi si trova dall'altra parte della linea, tra gli amministratori dal portafoglio scarso, ci tiene a fare i dovuti distinguo e a spezzare una lancia a favore dei colleghi. Perché la pubblica gogna non se la meritano tutti, proprio no. Che alle amministrative dei comuni meno popolosi non ci sia la fila di candidati questo è chiaro da anni, che ci siano state annate senza candidati questo è storia e il motivo è tutto lì: i piatti della bilancia non stanno in equilibrio. Tante le responsabilità, scarsi i risultati in termini economici. E alla luce di questo non stupiscono nemmeno i 2 mila amministratori che hanno chiesto il bonus di 600 euro al Governo. Camillo De Pellegrin amministra un comune da circa 3 mila abitanti, Val di Zoldo, non ha rivolto nessuna richiesta all'Inps ma solidarizza con i colleghi che l'hanno fatto. «Bisogna fare le giuste distinzioni dichiara -: un conto è chi non vive di politica e ricopre incarichi retribuiti pochissimo, un conto sono i consiglieri regionali e i parlamentari, questi si devono vergognare». La sua indennità è di 1550 euro, i suoi assessori viaggiano tra 205 250 euro, poco più di un obolo che certo non ammortizza eventuali blocchi e mancati guadagni nell'attività da libero professionista. «Ci sono miei assessori che hanno rinunciato all'indennizzo perché comportava un aggravio spropositato in termini di tasse rispetto al guadagno rivela -. Questo per dire che io non condanno a prescindere, bisogna verificare l'incarico ricoperto dai 2 mila amministratori e quanto percepiscono. Certo però condanno chi ha indennità di 8 12 mila euro».
IN REGIONE
Il consigliere regionale Franco Gidoni, da parte sua, è pragmatico. La stortura è chiara a tutti, adesso si tratta di aggiustarla. Lui la partita iva l'ha chiusa qualche anno fa e, ad ogni modo, condanna i colleghi arraffoni e ne prende le distanze. «Io capisco il consigliere comunale di un piccolo paese, parliamo di persone che spendono ore e ore nelle assemblee dei Consigli comunali per un gettone da 7 euro riflette -, gente che vive del proprio lavoro e non della politica. Altra cosa è quando si parla di chi siede in Parlamento e nei Consigli regionali». Ne fa una questione di morale, Gidoni, e certo non sbaglia perché di fatto la legge non poneva paletti se non quelli affidati al buon senso di ciascuno. «Attenzione, queste persone non hanno rubato, ma era eticamente corretto non presentare domanda spiega -. Se si dovesse capire chi è stato dovrebbe essere fatto un ragionamento per destituirli dal ruolo, questo è naturale; ma è calato il velo della privacy e sembra non si riesca a risalire all'identità perciò non resta che affidarsi al buon cuore e sperare che restituiscano i soldi ottenuti. Io non sono per le ghigliottine pubbliche in piazza, dico semplicemente che se la legge è sbagliata va sistemata, punto». Il caso apre poi a mille altre questioni che vanno a interessare etica e morale, tutte da scandagliare. «Se la casa di un parlamentare cade per il terremoto l'esempio di Gidoni -, questo non ha diritto al bonus ricostruzione perché percepisce già a sufficienza? Capisce, ci sono tanti ragionamenti da innescare dopo questo episodio».
IN PROVINCIA
Il pensiero del presidente della Provincia Roberto Padrin va ai consiglieri e agli assessori comunali, si, ma anche ai colleghi di Palazzo Piloni. «Consiglieri comunali e provinciali sono persone che prestano il loro servizio praticamente gratuitamente ricorda -, è quasi una forma di volontariato verso il territorio. Le leggi sono uguali per tutti e nessuno, probabilmente, aveva pensato a questi risvolti. Il mio pensiero però oggi va a chi amministra e percepisce o nulla o stipendi bassisssimi».
A.Tr.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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