Davide Scalzotto
Il Mose è questione nazionale, non solo veneziana. Non fosse altro che per i miliardi spesi, per quelli persi nei rivoli dell'illegalità e per quelli a venire destinati al funzionamento e la manutenzione. Eppure da mesi assistiamo a un balletto che ora ha assunto le caratteristiche della commedia dell'assurdo. Le ultime notizie sono che nulla va bene: non vanno bene i commissari nominati a governare il Consorzio Venezia Nuova, non vanno bene le imprese del Cvn coinvolte in vicende giudiziarie, finanziarie e societarie, non vanno bene i lavori. Tutto questo non va bene, non secondo il popolo o qualche associazione ambientalista, ma al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli prima di tutti, anche se il balletto è più ampio e coinvolge il Cvn, al quale non vanno più bene le imprese. E probabilmente nemmeno al Provveditorato alle opere pubbliche è mai andata bene la nomina dei commissari, con i quali ha dato vita a un altro balletto, quello dei soldi per finire l'opera. Ora pare che ci siano, ma è la macchina che non funziona più. E allora, visto che nulla gira, il ministro, il governo, prendano una decisione, dicano cosa vogliono fare: rimuovere i commissari? Azzerare la concessione unica al Cvn come per Autostrade? Fermare il Mose? Non ne va solo dell'immagine di Venezia. Ma un cambio di passo e una svolta a questo punto sono necessari.
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© RIPRODUZIONE RISERVATA Il Mose è questione nazionale, non solo veneziana. Non fosse altro che per i miliardi spesi, per quelli persi nei rivoli dell'illegalità e per quelli a venire destinati al funzionamento e la manutenzione. Eppure da mesi assistiamo a un balletto che ora ha assunto le caratteristiche della commedia dell'assurdo. Le ultime notizie sono che nulla va bene: non vanno bene i commissari nominati a governare il Consorzio Venezia Nuova, non vanno bene le imprese del Cvn coinvolte in vicende giudiziarie, finanziarie e societarie, non vanno bene i lavori. Tutto questo non va bene, non secondo il popolo o qualche associazione ambientalista, ma al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli prima di tutti, anche se il balletto è più ampio e coinvolge il Cvn, al quale non vanno più bene le imprese. E probabilmente nemmeno al Provveditorato alle opere pubbliche è mai andata bene la nomina dei commissari, con i quali ha dato vita a un altro balletto, quello dei soldi per finire l'opera. Ora pare che ci siano, ma è la macchina che non funziona più. E allora, visto che nulla gira, il ministro, il governo, prendano una decisione, dicano cosa vogliono fare: rimuovere i commissari? Azzerare la concessione unica al Cvn come per Autostrade? Fermare il Mose? Non ne va solo dell'immagine di Venezia. Ma un cambio di passo e una svolta a questo punto sono necessari.
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