Crisanti: «Termoscanner agli ingressi, non può essere compito dei genitori»

Mercoledì 16 Settembre 2020
Crisanti: «Termoscanner agli ingressi, non può essere compito dei genitori»
L'ESPERTO
PADOVA La temperatura va misurata a scuola, senza se e senza ma. Lo ha detto Andrea Crisanti, direttore della Microbiologia del Bo, all'incontro di ieri pomeriggio al parco Prandina con Elena Ostanel, candidata alle Regionali per il Veneto che vogliamo, organizzato dal movimento che sostiene l'ex vicesindaco Arturo Lorenzoni. «Sono stato critico sin dall'inizio sull'affidare alle famiglie il compito di misurare la temperatura ai figli prima di andare a scuola ha detto l'esperto Se si tratta di una misura di sanità pubblica se ne deve fare carico chi ha la responsabilità della sanità pubblica, cioè il governo. Ogni scuola avrebbe dovuto essere dotata di uno scanner per la misurazione della febbre. Penso che questo metodo non sia ragionevole, anche per il fatto che la temperatura viene misurata con termometri diversi.Con mio figlio mi sono accorto che a seconda del termometro le cifre cambiavano». Con il termoscanner, invece, si avrebbe un dato più uniforme. Non solo, secondo Crisanti andrebbe abbassata la soglia di allerta che ora è di 37.5, oltre la quale lo studente non va a scuola e si innesca l'iter per verificare se abbia contratto il coronavirus. «Abbiamo capito ormai che gli asintomatici sono un problema importante, no? rifletteva Quindi la soglia dovrebbe essere abbassata, per sicurezza».
Alla platea radunatasi alla Prandina, di circa 50 persone tra cui gli assessori comunali Francesca Benciolini, Marta Nalin e Chiara Gallani, Crisanti ha spiegato che la riapertura delle scuole e delle attività lavorative ha cambiato l'equilibrio della situazione. «Siamo in equilibrio precario che ora si è spostato in favore del virus ha sostenuto L'equilibrio è composto di due forze contrapposte: da un lato c'è il Covid-19 che spinge per diffondersi, dall'altra ci sono i nostri comportamenti finalizzati ad arginarlo. La ripresa delle scuole ha offerto al virus un'opportunità incredibile di trasmettersi. Guardiamo solo a Israele che dopo un mese e mezzo dall'apertura degli istituti ha dovuto mettere tutti di nuovo in quarantena. La scuola è sicuramente un grande detonatore di trasmissione virale, bisogna vedere se siamo in grado di rallentarlo con le misure approntate». E qui arriva la proposta di Crisanti: una maggiore sorveglianza sul mondo studentesco con test a campione. «Senza aspettare che il nonno finisca in terapia intensiva, si potrebbero fare dei campionamenti nel tempo per verificare la diffusione del virus a scuola e, di conseguenza, modificare le misure anti-Covid. Anche sulla questione trasporti di cui si è dibattuto ha aggiunto il professore dobbiamo tenere a mente una cosa: il droplet ha un raggio di due metri. Questa è la distanza di sicurezza. A ridurla è stata la politica e la decisione della capienza all'80 per cento è frutto di quello. Si fa prima a dire che questi ragazzi bisogna portarli a scuola e ci si assume il rischio».
Incalzato dalle domande di Ostanel, Crisanti ha anche descritto quali caratteristiche dovrebbe avere un sistema sanitario e la più importante è la flessibilità. «Un'epidemia non si può prevedere quindi nessun sistema sanitario può essere preparato ha risposto Però se il sistema è flessibile si riesce ad adattarsi. Bene l'autonomia perché ogni regione ha le sue caratteristiche anche se credo che in tema di sanità sarebbe opportuno restituire alcune prerogative all'autorità centrale».
Silvia Moranduzzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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