Contagi, Belluno la provincia migliore. Ma scoppia il caso farmacisti

Domenica 1 Agosto 2021
Contagi, Belluno la provincia migliore. Ma scoppia il caso farmacisti
LA PANDEMIA
BELLUNO Da peggiore a migliore provincia del Veneto. A Belluno, invece di salire come nel resto d'Italia, i numeri scendono. Il totale dei bellunesi con il virus, dopo settimane di crescita lenta ma costante, è calato ieri da 195 a 190 (con soli 8 nuovi positivi scoperti nelle ultime 24 ore). La provincia dolomitica è l'unica, a livello regionale, che si mantiene sotto i 50 nuovi casi ogni 100mila abitanti: sono 49. A Treviso, ad esempio, sono 105. A Verona, 136. Sono lontani i mesi in cui Belluno registrava numeri record sul fronte dei positivi. Certo, ancora una volta si distingue da tutti gli altri ma per un motivo ora più che positivo. A scendere, da 5 a 4, sono anche i pazienti covid ricoverati al San Martino di Belluno. Nessuno di loro è in gravi condizioni, anche se l'età dei ricoveri è sempre più bassa. Due pazienti hanno meno di 30 anni e risultano non vaccinati.
LA CAMPAGNA PUBBLICITARIA
Quella contro il covid è una battaglia che l'Ulss Dolomiti non vuole perdere. I numeri legati all'epidemiologia rimangono a un livello basso, grazie alla campagna vaccinale e al lavoro delle squadre di contact-tracing. Eppure, non basta. Per questo motivo l'azienda sanitaria ha deciso di puntare sulla comunicazione riservando circa 60mila euro (per la precisione, 59.401, Iva compresa) all'acquisto di spazi su giornali, radio, televisioni e social. L'obiettivo è arrivare nelle case di tutti i bellunesi, soprattutto in quelle degli indecisi. Ma i problemi sono anche interni all'azienda sanitaria. Nei giorni scorsi è stato pubblicato un avviso pubblico per la formazione di elenchi di farmacisti specializzati, disponibili a prestare attività assistenziale all'interno dell'Ulss con contratti di lavoro autonomo o di collaborazione coordinata e continuativa. Il compenso orario è stato definito in 60 euro lordi. Un'operazione necessaria «considerata la carenza di dirigenti farmacisti e la necessità di garantire la continuità di servizio anche alla luce dell'emergenza epidemiologica da covid-19 che vede impegnato il servizio nella gestione di tutta la logistica dei vaccini anti covid».
I PROBLEMI
Tuttavia, si tratta di un appello che rischia di rimanere inascoltato. A spiegare i motivi è Roberto Grubissa, presidente di Federfarma: «Non ce ne sono per noi, figuriamoci per loro sottolinea La crisi è generale: non ci sono farmacisti. So che dovevano fare alcuni spostamenti dal centro-sud ma sembra che ci sia crisi anche lì. La vedo dura». C'è un'altra questione che metterà a rischio questi trasferimenti: le sospensioni dei no-vax. In provincia di Belluno 32 farmacisti hanno rifiutato il vaccino anti-covid e stanno per essere lasciati a casa. Questo porterà inevitabili disagi, come la chiusura delle piccole attività nei paesi di montagna e la necessità per i residenti di dover percorrere diversi chilometri prima di trovare una farmacia aperta. A queste condizioni è difficile pensare che qualcuno decida di spostarsi a lavorare per il pubblico. Ieri pomeriggio intanto si è svolta una manifestazione spontanea (non autorizzata) contro il green pass. Una cinquantina di persone si è radunata in piazza dei Martiri, a Belluno, e ha disegnato la scritta No green pass su alcuni fogli bianchi. Tutto si è svolto in modo pacifico sotto lo sguardo della Digos. Dopo aver cantato l'inno di Mameli, una donna di Conegliano è esplosa in una bestemmia, urlando: «Siamo in Veneto, svegliatevi! Perché cantate Siam pronti alla morte?». Poi è partito un timido coro, «No green pass!», coperto però dalla musica dei locali. Dopo neppure un minuto le voci si sono fermate. Alle 18 di oggi, sempre in piazza dei Martiri, ci sarà un'altra manifestazione (questa volta autorizzata) contro il green pass.
D.P.
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