Cipolla: «Traditi i giovani»

Lunedì 30 Gennaio 2017
Cipolla: «Traditi i giovani»
È tornato a parlare in pubblico il vescovo Claudio Cipolla dopo il suo viaggio in Sud America e lo ha fatto ieri mattina a Sant'Urbano d'Este, affrontando lo scandalo che ha coinvolto alcuni preti padovani. Si rivolge alla comunità, invitando i fedeli «seguire il Vangelo, non i preti», usando più volte il termine «identità» abbinandolo al verbo «tradire». Sollecitando infine i giovani, ieri era giorno di cresima, a «chiedere di più agli adulti e in particolare ai sacerdoti». Per la sua prima uscita ufficiale dopo il ritorno dalle missioni, Cipolla ha dunque scelto Sant'Urbano, poco più di duemila anime, ieri in festa per le cresime. Un piccolo comune ripresosi dal grande esodo del dopo guerra, quando 3/5 dei suoi abitanti dovettero emigrare: allora una grave crisi economica dovuta alle miserie del dopo guerra, ora una grave crisi morale, causata dalla miseria umana.
Da un paio di mesi la Diocesi padovana è nell'occhio del ciclone, causa un'inchiesta giudiziaria nata dalle dichiarazioni di una donna che ha raccontato ai carabinieri di festini a luci rosse, organizzati da don Andrea Contin nella canonica di San Lazzaro. Dichiarazioni da cui sono scaturite le accuse di violenza privata e favoreggiamento della prostituzione per il sacerdote. Ma lo scandalo non è rimasto circoscritto a un unico caso, perché ben resto i preti coinvolti sono saliti a due e poi a quattro, numeri che paiono destinati a salire.
Compresa la gravità dei fatti, il vescovo ha prima scritto dal Sud America una lettera ai fedeli, esprimendo la sua vergogna per i fatti emersi, che hanno coperto di ridicolo l'intera Diocesi, chiedendo perdono a una comunità frastornata e confusa e annunciando provvedimenti anche nel caso la vicenda non debba riservare risvolti penali.
Quindi è tornato ieri sull'argomento durante la cerimonia della Cresima in una affollatissima chiesa, dove si erano riuniti anche i fedeli delle parrocchie delle frazioni. Naturalmente con il linguaggio proprio del suo rango. Ovvero inserendo il caso individuale in un più ampio richiamo ai valori cristiani. Però quando invita i fedeli a costruire una comunità «nuova» seguendo solo il «vangelo e non i preti», il pensiero non può non andare alla vicenda Contin.
Anche perché Cipolla rafforza i suoi moniti ricordando come ciascuno debba rispondere della propria identità e quando si trova di fronte a determinate scelte, può anche dire di no, basta resti una brava persona. Da preferire, par di capire, a un cattivo sacerdote.
Il vescovo torna poi più volte sul concetto di «identità tradite» ricordando, rivolto ai cresimandi, quante volte «noi adulti tradiamo i giovani». Cipolla sembra poi cambiare argomento quando affronta il tema del calo delle vocazioni, fenomeno destinato a crescere in futuro, invitando pertanto i fedeli a prepararsi a costruire una «comunità nuova». Parla di peccato e della capacità del Signore di perdonare, infinitamente maggiore della nostra, del dovere genitoriale di comunicare con i figli, senza però essere troppo indulgenti, e infine persino della droga.
Ma poi ecco tornare all'esempio che devono dare gli adulti, preti o laici, a cui i ragazzi «devono chiedere di più» e ancora a quel martellante richiamo a «noi adulti che tradiamo i giovani». Un'omelia senza sconti per nessuno, seguita in religioso, è il caso di dirlo, silenzio dai fedeli. Che solo a cerimonia ultimata, quando Cipolla ha lasciato l'altare per rientrare in canonica dove ha smesso i paramenti vescovili, ha potuto sciogliersi in un applauso liberatorio. Concedendosi finalmente a quella sospirata gioia per il giorno di festa, certi che Cipolla saprà traghettare la comunità fuori da queste acque tempestose.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci