Cinema chiusi da cinque giorni: «Noi non sappiamo più cosa fare»

Venerdì 28 Febbraio 2020
Cinema chiusi da cinque giorni: «Noi non sappiamo più cosa fare»
SALE CHIUSE
BELLUNO Il nostro non è un discorso rivolto alla politica, ma alle persone, ci tiene a ripeterlo Manuele Sangalli proprietario del Cinema Italia. Parla per sé, ma riporta anche il pensiero di Christian Tatto di Officinema di Feltre e di Giovanni e Marco Zampieri del Lumiere, il multisala in zona Veneggia.
IL DANNO
L'appuntamento è al pomeriggio in un bar del centro, orario a scelta perché da una settimana è vacanza forzata perciò la giornata di Sangalli non prevede orari fissi per la programmazione e le serate con il pubblico. I cinema della provincia hanno chiuso i battenti lunedì, in osservanza dell'ordinanza del Ministero sottoscritta dal governatore Luca Zaia per contenere la diffusione del coronavirus evitando l'assemblaggio delle persone nei luoghi di aggregazione. Vale a dire teatri, mostre, discoteche, locali serali e anche cinema. Uno stop che ha congelato la programmazione e ha immediatamente reso obsolete news letter e annunci di prossime visioni diffusi nei canali delle tre aziende. Il problema, al quarto giorno di fermo, è sapere quando tutto tornerà alla normalità e, sopratutto, se allora le persone si recheranno al cinema o se avranno la fobia di trovarsi qualcuno a fianco. Perchè con la politica si possono fare appelli, presentare raccolte firme e sedersi a tavolino ma la paura quella no, non la si controlla. «Ad oggi non sappiamo come organizzarci per la prossima settimana, siamo chiusi da cinque giorni dunque non stiamo lavorando e non stiamo avendo incassi spiega Sangalli -. Tutti noi, quando ci è stato imposto lo stop, avevamo la programmazione pronta, gli annunci già diffusi e qualcuno aveva anche eventi». L'Italia ha fatto saltare 3 film così come Officinema mentre per il Lumiere i titoli non proiettati sono stati cinque. «Avevo portato a Belluno il film che ha vinto l'Oscar e quello candidato come miglior documentario prosegue amareggiato -, per cui preferisco non fare nemmeno il conto della perdita subita». I dati ad ogni modo ci sono, relativi alle sale del Nord Italia e parlano di una perdita di incassi pari a 10 milioni di euro da lunedì.
LA PAURA
Oggi insomma si naviga a vista e non si capisce cosa temere di più: se la proroga della chiusura o la riapertura con le sale, però, vuote. «Non sappiamo come reagiranno le persone quando torneremo in attività prosegue Sangalli -, se avranno paura di possibili contagi e preferiranno stare a casa. I cinema sono grandi, non occorre stare vicini e comunque se la riapertura ci sarà significa che non c'è pericolo. Non chiediamo nulla alla politica, il nostro è un appello alle persone, perché nel momento in cui riapriremo tornino a trovarci, a incuriosirsi per la programmazione». Il quando ancora non lo si sa, ma i tre cinema comunicheranno date e prossimi spettacoli nei loro canali social, attraverso le news letter e nei siti.
L'ORGANIZZAZIONE
Un cinema è una macchina che ha bisogno di tempi e di organizzazione ben precisa. Non è certo che, anche potendo ripartire, le tre attività riescano a mettere in programma film già per lunedì. Si starà a vedere. «Non so se ci saranno i tempi tecnici per assicurare spettacoli fin dal primo giorno, vedremo cosa sarà possibile fare conclude e se potremo recuperare le programmazioni saltate».
Alessia Trentin
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci