Centro anziani sfrattato, ma i nonni si ribellano

Martedì 18 Luglio 2017
Centro anziani sfrattato, ma i nonni si ribellano
Mattinata movimentata ieri al Centro Sociale Portello di via Coletti 2, dove si riuniscono da anni numerosi anziani del quartiere e soci giovani, quasi tutti studenti che vivono nella zona. Il centro ieri mattina avrebbe dovuto essere definitivamente chiuso, per questo i frequentatori si sono riuniti fin dalle 9 pronti a combattere per tener vivo un luogo di aggregazione del quartiere. Alla fine hanno ottenuto una proroga fino al 31 luglio.
«Il centro è aperto da molti anni, da quattro siamo affiliati alle Acli anche se l'associazione ed il Comune, proprietario dello stabile, non se ne sono mai occupati racconta Giorgio Zecchinato, uno dei soci Il Centro è sempre stato gestito da noi soci con tranquillità. Qui ci ritroviamo per trascorrere insieme il tempo e anche per pranzare, molti di noi sono soli e ci fa piacere mangiare insieme». Una decina di giorni fa ai soci è arrivata una telefonata delle Acli che annunciava la chiusura del Centro per lunedì 17 luglio. «Abbiamo protestato, anche perché non ci è stato recapitato nulla di scritto, ci è arrivata solo una semplice telefonata. Ci hanno risposto che potevamo continuare ad usare il giardino ma questo non è possibile, lo stabile è dotato di bagni, un piccolo bar e cucina continua Zecchinato Chiudere l'edificio equivale a chiudere del tutto il luogo di ritrovo. Ci chiediamo inoltre come mai, considerato che l'affiliazione dura un anno, ed è stata rinnovata a gennaio, ora all'improvviso vogliono farci chiudere sembra a causa della recessione unilaterale delle Acli dalla nostra affiliazione». I soci raccontano che è stata loro contestata la presenza della cucina ritenuta non a norma, accusa che i frequentatori rispediscono al mittente mostrando una cucina tutta in acciaio e sottolineando come il locale sia invece a norma. «Ci hanno assicurato che se è un problema di pasti osserva Zecchinato c'è il servizio consegna a domicilio che ce li porta a casa, ma il problema non è quello: a noi piace stare in compagnia».
L'ampio giardino alberato è arredato con tanti tavolini occupati dagli anziani del quartiere, una parte del verde è attrezzata per il gioco delle bocce ma diventa, come ribadiscono i soci, pressoché inutile senza gli altri servizi.
Poco dopo le 10 è arrivato il funzionario del Comune che ha chiesto ai soci la restituzione delle chiavi, alla quale gli anziani si sono opposti. L'uomo ha ricordato che erano stati preavvisati e, dalla telefonata ricevuta, avrebbero avuto tutto il tempo di sgomberare quanto di loro proprietà: in base al regolamento dovevano uscire. «L'edificio è di proprietà del Comune ed io devo farmi restituire le chiavi ha affermato Non costringetemi a tornare con la polizia locale, a voi resta il giardino». I soci sono stati irremovibili e il funzionario ha dovuto andarsene. La trattativa, dopo l'intervento dell'assessore al sociale Marta Nalin, si è conclusa con l'appuntamento del 31 luglio.
«Il centro è un punto di aggregazione e socialità importante per residenti anziani e meno anziani conclude un socio giovane promuove l'incontro tra le generazioni e la socialità come mezzi per combattere l'isolamento sociale di fasce a rischio. Vogliamo diventi un luogo condiviso, una sintesi in un quartiere composto da universitari e inquilini delle case popolari. Invece ora rischia la chiusura e proprio in un periodo come l'estate molto dispersivo ed ad alto rischio per gli anziani. Stiamo pensando di organizzare eventi coinvolgendo l'intero quartiere».

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