Case di riposo e ospedali, tra no-vax e nuovi contagi

Venerdì 2 Aprile 2021
Case di riposo e ospedali, tra no-vax e nuovi contagi
IL CASO
BELUNO Si è licenziato uno dei 7 operatori sociosanitari contrari al vaccino anti-covid e dipendenti della Gaggia-Lante Sersa di Belluno. Quelli, per capirci, che hanno partecipato al famoso ricorso rigettato due settimane fa dal giudice del lavoro Anna Travia. Partiti in 10, ora gli oss pronti a combattere sono 8. Uno di loro ha deciso di vaccinarsi, mentre un altro si è licenziato proprio in questi giorni. Dopo le dichiarazioni del premier Draghi, che sta valutando l'introduzione dell'obbligo vaccinale per il personale sanitario e la sospensione dello stipendio per chi lo rifiuta, la resistenza dei no vax comincia a scricchiolare. «Siamo felici ha commentato l'amministratore unico di Sersa Paolo Santesso Ciò di cui sta discutendo il governo è l'intervento che auspicavamo da tempo». I provvedimenti potrebbero far parte già del prossimo decreto ed entrare in vigore dal 7 aprile. A quel punto le case di riposo sarebbero tutelate a 360 gradi. Per quanto riguarda il dipendente di Sersa che ha deciso di lasciare la struttura, Santesso taglia corto: «Si è dimesso. È una situazione che sarà gestita meglio grazie all'intervento del governo». L'obiettivo principale rimane la tutela delle persone più fragili e quindi la necessità di evitare lo scoppio di nuovi focolai.
IL CASO AURONZO
Dopo i 9 casi di coronavirus emersi all'ospedale di comunità di Auronzo, anche un dipendente della Gaggia-Lante Sersa è risultato positivo. Ma, in questo caso, non è scoppiato alcun focolaio. Almeno per ora. Intanto occorre specificare che il dipendente è vaccinato. Ha ricevuto la prima dose di Pfizer a fine dicembre e la seconda il 21 gennaio. Da due settimane, cioè dal 19 marzo, è in ferie e quindi non ha avuto contatti recenti con anziani e colleghi della struttura. Lunedì, in corrispondenza del controllo periodico del personale sanitario tramite tampone, ha deciso di partecipare perché contatto di un positivo. Sono stati eseguiti 160 tamponi molecolari. Tutti negativi a parte uno, il suo. «Il fatto che i restanti dipendenti siano tutti negativi continua Santesso e comunque la quasi totalità di lavoratori e residenti sia stata vaccinata (mancano 6 lavoratori che hanno rifiutato il vaccino e 1 anziano le cui condizioni di salute nell'ultima sessione non hanno permesso la somministrazione) in parte ci rassicura che questo rimarrà un caso isolato, anche se l'attenzione rimane ovviamente massima». Ieri è stato fatto un altro giro di tamponi, quelli di terza generazione, ai colleghi che potevano aver avuto un contatto con il positivo ma la situazione non è cambiata. Diverso, invece, ciò che è accaduto all'ospedale di comunità di Auronzo. Lunedì, durante le consuete attività di screening che vengono eseguite ogni 21 giorni, due operatori sociosanitari sono risultati positivi al covid-19. Qualche giorno dopo si sono positivizzati anche 7 pazienti. Al momento sono in corso approfondimenti da parte dell'Ulss Dolomiti per capire la posizione dei due oss. «Dalle prime verifiche - ha spiegato l'azienda sanitaria ci risulta che all'ospedale di comunità di Auronzo ci siano dei dipendenti che non sono stati vaccinati, alcuni per motivi di salute (la maggior parte), altri per scelte personali. I due oss trovati positivi risulterebbero tra i non vaccinati ma sono in corso ulteriori approfondimenti». Il comportamento del virus, in provincia, è schizofrenico. A Cortina d'Ampezzo i casi stanno diminuendo. In questi due giorni il numero di positivi è passato da 49 a 42 casi (-7). Le persone in quarantena che hanno avuto un contatto stretto con i positivi sono 15 (-9). Mentre a Santo Stefano di Cadore continuano a crescere. Si contano 28 persone con il virus (+3) e 39 in isolamento. DP
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