Caro estinto, lo strano business delle pompe funebri di Caorle

Sabato 29 Giugno 2019
LA GENESI
MESTRE Edilizia, contabilità, pompe funebri e commercio di apparecchiature medicali.
Sono questi i settori aggrediti dalle aziende risultate strumentali alla mega truffa stroncata dai finanzieri del Nucleo di polizia economica finanziaria di Venezia. E l'effetto domino comincia proprio da una verifica tributaria eseguita in una ditta di onoranze funebri di Caorle.
È la fine del 2016 quando i militari della locale Tenenza decidono di eseguire un accesso ispettivo nell'azienda che nel frattempo è fallita. No, non si tratta di una pura casualità o di un mero colpo di fortuna. A insospettire è la vorticosa crescita del volume d'affari da un anno all'altro, a fronte di un'attività piuttosto contenuta.
Come dire, la ditta del caro estinto aumenta il business ma a Caorle non si registra un picco di decessi che giustificherebbe a sua volta il moltiplicarsi dei servizi offerti, leggi funerali e tumulazioni.
Ed è analizzando la documentazione che si comincia a scoprire il sistema fraudolento ricondotto allo studio di Igino Negro. L'impresa emetteva fatture per operazioni inesistenti, le cosiddette Foi, per creare sia costi fittizi da dedurre, sia per generare crediti Iva fittizi da cedere anche altre imprese che a loro volta potevano quindi compensare i relativi crediti tributari.
LA SORPRESA
A corroborare le ipotesi investigative, delineate successivamente, è stato il sequestro del server al cui interno era conservato tutto il materiale documentale che accerterebbe la truffa.
Gli uomini del tenente colonnello Antonio Luciani lo hanno scoperto all'interno di un appartamento sfitto situato a Scorzè e riconducibile a uno degli indagati. In quel computer di elevate prestazione, che mette in rete gli altri elaboratori collegati, costituirebbe la prova regina dell'evasione fiscale contestata a partire dal 2011- 2012. L'ultimo anno accertabile, e che cioè non cancellato dalla prescrizione, è comunque il 2013. Non si esclude che con il proseguo delle indagini il numero degli indagati possa aumentare.
m.and.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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