Carlo Nordio
La confessione, inattesa e tardiva, di Cesare Battisti, non cambia

Martedì 26 Marzo 2019
Carlo Nordio
La confessione, inattesa e tardiva, di Cesare Battisti, non cambia assolutamente nulla dal punto di vista giuridico né da quello etico. Non attenua la sua posizione, ormai definita con le sentenze passate in giudicato. E nemmeno la aggrava, come se soltanto ora ne rivelasse la malvagità omicida. Soltanto qualche maestro di pensiero sinistro poteva infatti baloccarsi con l'infame distinzione tra la responsabilità morale e quella materiale, tral'avere sparato oppure no. Battisti era il capo e il mandante di un'organizzazione di carnefici, e la sua partecipazione concreta agli attentati era in un certo senso superflua. Generalmente i vertici non si sporcano le mani, e né Hitler né i suoi sgherri di Norimberga avevano mai gassato un ebreo o fucilato mamma e bambino: lo avevano semplicemente ordinato. Ora sappiamo che anche Battisti ha premuto il grilletto. Non sarà questa certezza a farci dormire più sereni.
Qualcuno tuttavia il sonno lo dovrebbe perdere. Si tratta di quella schiera di presuntuosi e spregiudicati intellettuali, italiani e stranieri, che hanno giocato su questo equivoco per firmare appelli, promuovere convegni, insinuare dubbi e suggerire soluzioni (...)
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