Canaletto, il gigante assoluto della scuola vedutista

Domenica 20 Giugno 2021
Non fu il capostipite della scuola pittorica vedutista veneziana, ma in breve tempo ne divenne l'esponente più autorevole e il più conosciuto in assoluto; e se Giovanni Antonio Canal, questo fu il suo nome, rischia di essere stato sentito poche volte, sarà sufficiente ricordarlo col soprannome che ebbe fin da giovanissimo: Canaletto, forse per la sua bassa statura, o più facilmente perché figlio di un altro pittore.
Nato a Venezia il 17 (o forse il 18) ottobre 1697 da Bernardo Canal e Artemisia Barbieri, fu proprio il padre pittore di scenografie teatrali ad avviare lui e il fratello maggiore Cristoforo alla pittura di fondali per il teatro. Le sue prime commissioni, nel 1716, riguardarono anzi la realizzazione delle scene per alcune opere di Antonio Vivaldi. La svolta avvenne quasi subito quando, tra il 1718 e il 1720, Giovanni Antonio si trasferì a Roma col padre e il fratello, per realizzare i fondali di due drammi di Alessandro Scarlatti.
Nella capitale del papato conobbe alcuni vedutisti, dai quali prese spunto per alcune sue prime opere: la sua prima produzione paesaggistica non avvenne in laguna, come sarebbe facile supporre, ma coi dipinti Santa Maria d'Aracoeli e il Campidoglio e il Tempio di Antonino e Faustina. Canaletto aveva fatto la sua scelta, e una volta tornato a Venezia iniziò a dedicarsi a tempo pieno a questa disciplina entrando in contatto coi maggiori vedutisti veneziani, come Luca Carlevarijs e Marco Ricci.
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