Bonus e servizi fiscali i Caf presi d'assalto

Lunedì 3 Agosto 2020
PATRONATI
MESTRE È un duro lavoro quello di Caf e patronati in tempi di Covid. L'emergenza sanitaria ha messo a nudo tutta l'inadeguatezza dei loro strumenti, restituendo però l'importanza sociale della dedizione con cui gli operatori si prendono cura dell'utenza, non sempre in grado di aggiornare le proprie competenze alle nuove modalità di erogazione dei servizi. «Ci siamo ritrovati ad affrontare una situazione straordinaria con mezzi ordinari, ma non siamo attrezzati - spiega Ermelinda Ventriglia, responsabile del patronato Inas Cisl della provincia di Venezia - Anche gli utenti, per esempio, inviano tantissime foto, intasando i sistemi».
I NUMERI
Inas ha gestito 2.400 domande del cosiddetto Bonus 600, altre 600 di reddito di emergenza, mentre le pratiche di routine proseguivano, aumentando l'impegno totale. «Tutti volevano tutto - racconta Ventriglia - le linee telefoniche erano sovraccaricate, le procedure dell'Inps hanno creato problemi, senza dimenticare che abbiamo avuto dei positivi e un decesso per Covid». Un'altra evidente difficoltà è stata dunque garantire la sicurezza. «Abbiamo provato lo smart working - spiega - usando però i nostri computer personali... Tuttavia - aggiunge - se capiterà di nuovo non saremo più così impreparati, abbiamo capito tante cose: le persone avevano bisogno di un punto di riferimento, e noi abbiamo compreso l'importanza di ciò che abbiamo fatto per la comunità. Inps e Inail hanno chiuso, mentre noi sempre qui, non siamo mai mancati - conclude emozionata - ogni anno si parla di tagliarci i finanziamenti, spero che adesso sappiano che siamo fondamentali, anche il direttore provinciale di Inps Venezia, Vincenzo Petrosino, ci ha ringraziati».
IN PRIMA LINEA
Per il direttore del caf Acli Venezia, Cristian Rosteghin, la «parte tragica è stata il lockdown, uno smarrimento totale, con un numero impressionante di richieste, le code interminabili al centralino, e l'implementazione della risposta non è stata sufficiente. In giugno e luglio, invece, un po' più di razionalità, sapevamo cosa e come fare, strutturando adeguatamente gli uffici». Insomma, oggi il picco delle domande sembra scavallato, anche se alcuni non potranno dirsi pienamente soddisfatti. «Non abbiamo potuto rispondere a tutti - precisa - il personale è lo stesso di sempre e le richieste aumentate, ma siamo sicuri che alla fine molti, per esempio per gli asili nido e i centri estivi, si siano arrangiati da soli, in fondo tante cose si possono fare in autonomia, anche se all'atto pratico, quando mancano i mezzi, non è così».
Acli indica un grande aumento soprattutto della domanda per l'Isee, e su come risolvere le criticità Rosteghin ha le idee chiare. «Andrebbe ripensata la modalità d'accesso al patronato, e se si vogliono mantenere gratuite certe prestazioni si dovrebbe incrementare il personale, e quindi destinare maggiori risorse economiche, non solo giustamente agli utenti, ma anche a coloro i quali prestano i servizi, che sarebbero dunque in grado di soddisfare un numero maggiore di richieste». A tal proposito il Caf fa sapere che quest'anno il fondo per l'Isee potrebbe già finire a settembre. «Noi continueremo a garantire il servizio, ma solo per spirito sociale», conclude il direttore.
Sebastiano Seno, responsabile del patronato 50&più Enasco Venezia parla di «situazione molteplice, dal remoto agli appuntamenti. La consulenza da casa è molto difficile e pericolosa - spiega - ho sempre paura a dare risposte per mail o telefono, magari l'interlocutore non parla italiano, meglio avere la persona di fronte, perché siamo abituati al contatto fisico, a creare empatia con il pubblico, una modalità gratificante». L'ente ha gestito circa 60 Bonus colf e una trentina di congedi parentali. «Non abbiamo avuto una mole di richieste insostenibile, pensavo di più - rivela - anche se il bug totale dell'Inps ha complicato le cose, e di certo il plexiglass non rilassa. Ad ogni modo - conclude - sono molto contento del nostro lavoro, il remoto è anche un'opportunità per imparare la modalità del futuro, e aiutare le persone in un momento come questo è la soddisfazione più grande, anche se dovrebbero concederci un po' di pazienza in più, ma capisco che i nuovi bisogni siano maggiore attenzione, conforto, e due parole al di là dei conti».
Luca Bagnoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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