Benazzi: «Se non ci si protegge, nuovi blocchi inevitabili»

Domenica 18 Ottobre 2020
L'AZIENDA
TREVISO «Si parla tanto di lockdown. Adesso non è necessario, ma se i cittadini continueranno a non rispettare le misure di prevenzione contro il coronavirus, cioè se continueranno a non indossare la mascherina e a dar vita ad assembramenti, alla fine nuovi blocchi saranno inevitabili». Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca, lo dice in modo chiaro e tondo. È ancora possibile evitare nuove chiusure a causa della pandemia. Ma ognuno deve fare il suo. E ad oggi non si fa abbastanza. «Le misure di prevenzione non vengono sufficientemente rispettate è la denuncia del direttore generale dell'azienda sanitaria è questo che sta portando all'impennata dei contagi». Insomma, così proprio non va. Ci si attendeva che le positività aumentassero così tanto già a metà ottobre? Si, ce l'aspettavamo aggiunge proprio perché vediamo che ci sono ancora troppi comportamenti non corretti».
L'EPISODIO
Benazzi ha avuto una conferma in presa diretta nella serata di venerdì, durante una cena in un ristorante fuori Treviso. «Noi eravamo divisi e distanziati. Mentre sul tavolo davanti c'era una cinquantina di persone, sui quarant'anni. Facevano festa tutti appiccicati, senza un minimo di precauzione racconta a quel punto ci siamo rivolti al gestore del locale, che si è scusato e ha richiamato tutti al rispetto del distanziamento. Ma è chiaro che così non si va da nessuna parte». Una considerazione condivisa in pieno da Roberto Rigoli, direttore del centro di Microbiologia di Treviso. «Se oggi ci si siede a un tavolo con trenta persone la possibilità che tra queste ci siano dei positivi al coronavirus è abbastanza elevata specifica attualmente abbiamo moltissimi contagi. Il virus circola molto di più rispetto a luglio. E una parte effettivamente sviluppa dei sintomi. Adesso c'è bisogno di una grande collaborazione tra i cittadini per scongiurare i rischi più importanti».
IL LAVORO
Alla cosiddetta movida, poi, si aggiunge il lavoro. Negli ultimi giorni l'Usl ha ricevuto diverse segnalazioni da aziende che registrano due o tre positività al Covid-19 tra i loro dipendenti. La task force dell'azienda sanitaria interviene per testare i contatti e provare ad arginare i focolai nel più breve tempo possibile. Una missione sempre più difficile a fronte dei numeri che continuano a salire. I positivi sono sempre più spesso colpiti da lievi sintomi, come raffreddore, febbre, tosse e mal di testa. Ad oggi nel trevigiano sono 46 i pazienti positivi al coronavirus che hanno bisogno di cure ospedaliere: 26 sono ricoverati al Ca' Foncello, tra Malattie infettive, Pneumologia e Medicina d'Urgenza, 12 sono nell'unità di Medicina dell'ospedale di Vittorio Veneto e altri 8 nell'ospedale di comunità della stessa Vittorio Veneto. Il timore principale è che anche questi numeri possano presto aumentare. «L'età media si è abbassata tira le fila Rigoli per quanto riguarda i contagi è colpita soprattutto la fascia tra i 35 e i 55 anni. Per i ricoveri si sale di qualche anno. Ma è già chiaro che non sono più coinvolti soprattutto gli anziani, come accaduto nel picco peggiore dell'epidemia». (m.f.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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