Banche, sugli stress test nuovo diktat Bce nel mirino redditività e accantonamenti

Martedì 9 Ottobre 2018
Banche, sugli stress test nuovo diktat Bce nel mirino redditività e accantonamenti
BRACCIO DI FERRO
ROMA Giorni da incubo per le banche italiane. Oltre all'incudine dello spread salito oltre quota 300 che continua a rosicchiare patrimonio e il crollo dei titoli in borsa che ne depaupera il valore, ora si aggiunge il martello del nuovo intervento a gamba tesa della Vigilanza Bce (Ssm) sugli stress test in corso.
La scorsa settimana ai top bankers di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm e Ubi, i quattro istituti significant facenti parte del campione Eba di 48 istituzioni europee, più altre sei banche della prova semplificata Bce su un totale di un'ottantina in Europa, sarebbe pervenuta la telefonata di Ramón Quintana, direttore generale della seconda divisione microprudenziale dell'Ssm. L'alto dirigente di Francoforte avrebbe suggerito senza mezzi termini di essere complay rispetto al quarto ed ultimo invio (venerdì 12 ottobre) del processo sotto sforzo in piedi dall'inverno scorso: le banche dovrebbero accettare le simulazioni concepite in laboratorio dalla Vigilanza Ue.
È la quinta volta dal 2010 che l'Europa sottopone un gruppo di istituti a un percorso ad ostacoli organizzato in due scenari: quello base in cui si ipotizza una crescita del pil in linea con le previsioni formulata dalla Bce e quello avverso. Quest'ultimo è quello più accidentato e irrealistico essendo fondato su assunzioni astruse che vogliono misurare la reattività del capitale difronte ad alcuni choc economici estremi nel triennio 2018-2020: riduzione cumulata del pil pari al 2,7% (con una deviazione del 6,5% rispetto allo scenario base), riduzione cumulata del 12% dei prezzi del comparto residenziale e del 14% di quello commerciale, contrazione dei mercati azionari del 35% nel 2018, 31% nel 2019 e 25% nel 2020. Si consideri che da inizio d'anno alla chiusura di ieri, l'indice bancario è già sceso del 22,2%. Le simulazioni terranno conto anche degli impatti legati all'introduzione del principio contabile Ifrs9, degli attivi illiquidi e dei titoli di Stato.
I punti di maggiore frizione con la Bce riguardano il calcolo del margine di interessi e delle rettifiche. Sulla redditività, in un contesto choc dei tassi, l'aumento del costo del funding (tassi passivi) porterebbe i banchieri ad accorciare la forbice aumentando i tassi (attivi) sugli impieghi. E' una visione assurda di fronte alla quale si è aperto uno scontro, esteso anche alle assunzioni sugli accantonamenti relativi ai crediti. Aumentando le rettifiche si corrode il patrimonio.
IL DISTINGUO
L'Ssm non vorrebbe consentire alle banche italiane di assumere una posizione explain: cioè non mi adeguo e ti spiego i motivi. A ridosso del terzo invio (5 settembre), sempre Quintana aveva scritto una lettera alle banche. Stesso contenuto: moral suasion per convincere i banchieri ad omogeneizzare le risposte. Il risultato della prova da sforzo sarà reso noto il 2 novembre: ogni banca comunicherà l'indice patrimoniale Cet1 che sarà frutto delle varie voci di conto economico e di rischio. Tutte le banche italiane supereranno il test con un livello superiore al 10,5% che è equivale a una sufficienza. Ma l'altro aspetto che sarà importante è la classifica rispetto ai concorrenti. Ed è su questo che si apre la bagarre. Salvo le cose non cambino, molte banche vorrebbero precisare che i risultati non sono fair, cioè condivisi.
Rosario Dimito
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci