Attesa in silenzio e urlo liberatorio: «Ecco, sono negativa, sappiatelo!»

Lunedì 30 Novembre 2020
Attesa in silenzio e urlo liberatorio: «Ecco, sono negativa, sappiatelo!»
LE VOCI
AURONZO Le mani sono dietro la schiena e i piedi battono i secondi in modo frenetico. È l'impazienza di coloro che aspettano l'esito del tampone, in piedi, fuori dall'auto parcheggiata vicino ai drive-in. Sono piccoli movimenti del corpo, precisi e ripetitivi, che trasudano irrequietezza. Lo sguardo, invece, cerca un segnale qualsiasi nell'infermiere che cammina da una parte all'altra del piazzale con un elenco di nomi in mano. Per un attimo, sembra di essere tornati a scuola quando il professore d'italiano consegnava agli alunni i compiti in classe corretti. Anche al drive-in di Auronzo di Cadore l'infermiere chiama a gran voce le persone e consegna loro il responso. Sul foglio, però, nessun voto e nessun giudizio. Solo una parola: o positivo o negativo. «L'ho detto a mia moglie stamattina: bisogna partire positivi (d'animo, ndr) per essere negativi (al tampone, ndr)».
INCREDULITÀ
Davanti ai drive-in, installati dall'Usl 1 Dolomiti in località Taiarezze, si scherza per allentare la tensione. La coppia in questione si è messa in coda alle 9 e pochi minuti. Sono le 11. Dopo l'attesa per il tampone, c'è quella per l'esito. «Non riusciamo a spiegarci il focolaio di Auronzo confida la moglie E la casa di riposo? Nessun positivo nella prima ondata, mentre ora è impestata. Forse è colpa del clima più freddo, non lo so. I casi comunque sono un po' ovunque, non solo qui da noi». Nel frattempo, qualcuno rompe il silenzio urlando all'improvviso: «Ecco, sono negativa, sappiatelo!!». È una signora poco distante che compie due saltelli sul posto, sventola in aria l'esito del tampone e sale in macchina. Nonostante la mascherina, si capisce che sta sorridendo. «È mia cugina spiega un'altra donna Nella nostra famiglia zero casi. Ma siccome alcuni hanno avuto patologie pregresse, siamo a rischio. Incrocio le dita. Non mi hanno ancora chiamata e sono un po' preoccupata». Lei è arrivata in auto alle 9.15. Una delle prime. Nell'attesa ammette che lo screening di massa ad Auronzo le dà «rassicurazione». E aggiunge: «Certo, avessi avuto i sintomi sarei andata prima. Però se sei asintomatico non lo sai e intanto giri».
LE IPOTESI
Non ha dubbi, invece, sul motivo che ha portato al focolaio di Auronzo di Cadore. «Ad ottobre c'era tanta gente racconta Nonostante i divieti e i numerosi avvisi a prestare attenzione. Il giro del lago di Misurina era pieno. Per cui non è difficile capire come si sia diffuso il virus. Basta che uno non stia attento o non si lavi le mani ed è fatta». Passa ancora qualche minuto e arriva l'esito: «Negativo!» Altre persone puntano il dito contro i residenti. «Non frequento molto i bar spiega un signore che ha appena eseguito il tampone ma ci sono grossi assembramenti nei locali e un uso delle mascherina inesistente o quasi. In alcuni ci sono anche cinque persone intorno allo stesso tavolo». La preoccupazione è sempre verso i genitori più anziani. «Vivo con mia mamma che ha 82 anni continua Ho paura di portare a casa questa porcheria. Alcuni hanno preso la situazione sul serio, invece altri mettono in pericolo la vita di tutti».
IN CENTRO
Le vie di Auronzo sono quasi deserte. È domenica. «Io rientro nella fascia d'età per lo screening ma lavoro in ospedale e ho già fatto 16 tamponi» rivela un passante. Il bar lungo la strada che porta al drive in è invece pieno di gente. «Cerchiamo di sopravvivere spiega un signore dopo aver afferrato un calice di prosecco Io sto bene, è inutile che lo faccia. Finché bevo non lo prendo». Parole che descrivono bene quanto, purtroppo, sia facile sottovalutare il pericolo. DP
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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