Ancora troppi malati gravi in ospedale Si rischia una zona arancione più lunga

Mercoledì 14 Aprile 2021
Ancora troppi malati gravi in ospedale Si rischia una zona arancione più lunga
LO SCENARIO
PORDENONE Le Regioni sono al lavoro. Ieri il presidente del Fvg, ma anche della Conferenza dei territori, Massimiliano Fedriga, è volato a Roma per partecipare al tavolo. Si discute dei protocolli per la ripartenza delle attività economiche ma anche dei parametri per i cambi di colore. I presidenti chiedono che sia inserito quello legato al numero delle somministrazioni dei vaccini, ma l'ala rigorista del governo preme affinché si dia sempre più peso alla pressione sul sistema sanitario. Ed è un fattore, questo, che potrebbe far ritardare l'ingresso del Friuli Venezia Giulia in zona gialla. Anche quando il Paese sarà pronto a lasciare l'arancione, cioè all'inizio di maggio.
IL NODO
In Friuli Venezia Giulia ci sono troppi malati gravi. Ancora troppi. E il calo non sarà rapidissimo. In Terapia intensiva, il reparto che conta di più in termini di pressione sul sistema, ci sono 75 pazienti. Si è abbondantemente al di sopra della soglia critica del 30 per cento. E le previsioni dell'Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari, indicano un calo netto dell'occupazione dei letti solamente tra due o tre settimane. Quindi all'inizio o dopo i primi sette giorni di maggio. In sostanza, il Friuli Venezia Giulia, pur con dati da giallo quanto a Rt e incidenza del contagio, potrebbe pagare gli ospedali pieni e vedere prolungata la zona arancione. Un'eventualità che la Regione vorrebbe scongiurare.
I PROTOCOLLI
Intanto anche Fedriga è al lavoro per i nuovi protocolli legati alle attività economiche. I presidenti delle Regioni premono per la ripartenza dei ristoranti all'aperto, sia a pranzo che a cena, ma anche alla ripresa delle attività sportive individuali nelle palestre e nelle piscine. Un capitolo a parte riguarda infine la cultura e lo spettacolo, che si vuole far ripartire leggermente prima. L'incontro con il governo è previsto per domani, come da agenda.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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