ANCORA AL GELO
VILLORBA Seconda notte al gelo per i trenta inquilini del cohousing

Giovedì 25 Gennaio 2018
ANCORA AL GELO
VILLORBA Seconda notte al gelo per i trenta inquilini del cohousing aperto tre anni e mezzo fa dalla cooperativa padovana Bramasole per offrire un tetto alle persone in difficoltà economiche e sociali. Da martedì lo stabile dell'ex filanda di via Montegrappa è senza energia elettrica. Il contatore è stato staccato. E le famiglie si sono ritrovate al buio e al freddo in pieno inverno. Non possono nemmeno più farsi da mangiare.
La cooperativa, che non risponde ai telefoni già da due giorni, aveva annunciato lo scorso aprile alla Regione la decisione di chiudere il progetto alla fine del 2017, un anno prima del previsto. Gli inquilini rimasti sono tutti sotto sfratto. Ma ora si sentono abbandonati. E sono scesi sul piede di guerra. «Presenteremo due denunce spiega Sergio Lodi, che vive nello stabile da due anni una contro l'Enel e una contro la stessa Bramasole».
La situazione potrebbe sbloccarsi nelle prossime ore. Ieri sera il sindaco Marco Serena ha firmato un'ordinanza con cui obbliga la cooperativa a riallacciare la corrente. «Non sappiamo se sia stata tolta dalla stessa Bramasole o se tagliata dall'Enel per il mancato pagamento delle bollette sottolinea il primo cittadino comunque sia, tocca all'intestatario risolvere questa situazione. Eravamo al corrente che a dicembre si sarebbe concluso il progetto, ma un imprenditore ha degli obblighi anche quando le cose non vanno bene. Non si può mollare tutto e chi si è visto si è visto. Non siamo nel far west».
CONVOCATO
L'ordinanza, teoricamente, dovrebbe essere eseguita all'istante. Non è tutto. La Polizia Locale di Villorba ha convocato per domani Moreno Lando, presidente della cooperativa di Padova. Ci sono un sacco di punti da chiarire. Ad aprile la stessa Bramasole aveva comunicato alla Regione che non era più in grado di continuare anche per la scarsa collaborazione da parte dei Comuni del territorio.
Ma Serena non ci sta: «I servizi sociali potevano indicare delle persone da inserire nella struttura. Ma solo a fronte di una reale necessità. Non siamo mica un'agenzia immobiliare. E poi il servizio non era gratuito». Gli alloggi erano gratuiti solo per il primo anno. Al secondo si pagava un 30%. Al terzo l'affitto completo. Con il vincolo di cominciare a restituire il prestito iniziale dal sesto anno in poi. Più di qualche inquilino, però, non è riuscito a pagare. «Molti hanno iniziato a versare dei soldi spiega Lodi ma poi si sono fermati a fronte dei disservizi». Così il castello ha iniziato a sgretolarsi. Anche Bramasole ha pagato l'affitto dell'ex filanda al proprietario, la società Trevinvest, finché ha potuto.
«PERSONE SERISSIME»
«L'affitto è stato pagato regolarmente per un certo periodo. Poi in modo parziale rivela Nicola Canal, commercialista consulente del gruppo, e per gli inquilini volto della proprietà ma da quanto so, la Regione non ha mai versato un euro dei contributi previsti. È chiaro che i poveri cristi della cooperativa non hanno potuto andare avanti».
«La Bramasole è fatta da persone serissime. Con noi si sono sempre comportati bene aggiunge ma se non arrivano i soldi, è evidente che un progetto sociale, senza business, va a fallire».
Lui ora attende di rientrare in possesso dello stabile vuoto. «Non possiamo pagare per altri spiega nel momento in cui riavremo l'immobile vuoto, lo trasformeremo in un residence alberghiero. Senza più finalità sociali».
Intanto Andrea Zanoni, consigliere regionale del Pd, ha presentato un'interrogazione ad hoc: «La Regione intervenga subito per mettere fine a questa inaccettabile emergenza dice ancor più grave visto che siamo in pieno inverno».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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