Anche Toninelli ora apre alla Tav low cost La Lega insiste: non si può crescere con i no

Giovedì 17 Gennaio 2019
IL CASO
ROMA Avanza la Tav low cost. E anche il ministro Danilo Toninelli, tra i più fieri oppositori tra i grillini, apre alla mediazione. Del resto da Palazzo Chigi sono arrivati segnali inequivocabili. Il dossier dell'Avvocatura parla chiaro: fermarsi ora costerebbe troppo, circa 3,4 miliardi tra sanzioni e penali, per cui bisogna andare avanti, magari cambiando qualcosa rispetto al progetto originario. «Se l'analisi costi-benefici sulla sarà negativa - dice il ministro Toninelli - ne parlerò con la Francia, la Commissione Ue e ne parleremo all'interno del Governo, ne parleremo assolutamente con la Lega, senza alcun pregiudizio». La Lega, è noto, vuole portare a compimento la tratta ferroviaria ed è anche pronta sostenere un referendum pur di chiudere il cerchio se i 5Stelle dovessero imputarsi. Nessuno però vuole rompere e alla fine, come vuole il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, si troverà un punto di equilibrio. Matteo Salvini comunque tuona: «sono convinto che troveremo un accordò con i 5 stelle sulla Tav, altrimenti penso che la parola debba passare agli italiani come prevede la democrazia. L'Italia ha bisogno di più infrastrutture, per cui l'opera si farà, non si può crescere con i no».
La via d'uscita è quella di rivedere il piano originario, tagliando spese per circa 1,5 miliardi e rinviando nei tempi altri esborsi. Ma la decisione, tutta politica, non sarà presa subito. Toninelli vuole prende tempo: «L'analisi dei tecnici è arrivata, non è segretissima, stiamo facendo una cosa molto complessa, non è che un documento solo perché mi è arrivato lo protocollo. Lo stiamo analizzando, ci vorranno pochi giorni per dire se è ok, poi verrà protocollato». Chi invece incalza il ministro è Paolo Foietta, commissario straordinario del governo per la Torino Lione, che attacca: «Ho scritto 12 lettere ma dal dicastero non ho mai avuto risposta». Poi ribadisce la regioni del si alla Tav. Il costo complessivo - ha spiegato in una audizione - ammonta a 15 miliardi di euro, «ben al di sotto dei 20 miliardi di cui si parla». In particolare, i costi da sostenere si attestano a 4,7 miliardi, comprensivi dei 3 miliardi di costi di competenza italiana degli 8,7 miliardi della sezione transfrontaliera. A questo si aggiungono 1,4 miliardi dei costi di lavori già fatti per 30 chilometri di gallerie di cui 26 chilometri già scavate che faranno parte del tunnel di base. Lavori, questi, ha puntualizzato Foietta, che «ora è un problema chiudere».
Secondo i calcoli forniti da Foietta, i costi derivanti dall'eventuale abbandono del progetto si attesterebbero sui 2,5 miliardi. «Anche senza pagare penali si dovranno restituire i soldi ottenuti e bisognerà farsi carico dei contenziosi che deriveranno dall'interruzione del lavori, e quando parliamo di 2,5 miliardi parliamo di questi valori senza parlare di penali».
Umberto Mancini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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