Alle 3.30 della notte scatta l'ora X In campo 800 finanzieri e poliziotti

Mercoledì 20 Febbraio 2019
Alle 3.30 della notte scatta l'ora X In campo 800 finanzieri e poliziotti
L'OPERAZIONE
VENEZIA Una bomba a orologeria quella che è scoppiata la scorsa notte, fra Eraclea e Casal di Principe. L'ora ics è scattata alle 3.30 quando finanzieri e poliziotti, all'unisono, hanno bussato alla porta di tutti gli indagati: 50 colpiti da misure e una trentina solo perquisiti.
In campo un esercito fra agenti e militari equamente impiegati: a conti fatti qualcosa come 800 uomini, e almeno 300 mezzi, compresi due supporti sanitari. Una delle più grandi operazioni fatte in Italia. Una volta che il gip ha emesso le ordinanze di custodia cautelare ci sono volute tre settimane per pianificare ogni singolo intervento, con il timore di pericolose fughe di notizie, che non ci sono state. Il briefing è stato fissato alla mezzanotte nella sala riunione della sede staccata della questura di Marghera, sufficientemente ampia per ospitare la riunione decisiva. A complicare aspetti logistici e spostamenti una nebbia fittissima che solo in tarda mattinata si è arresa a un pallido sole. Polizia e Guardia di Finanza, fianco a fianco con pattuglie miste che sono state comandate da quasi tutte le regioni del Nord per il blitz nel Veneto Orientale, cui hanno partecipato le Squadre mobili di Venezia (con la 1. Sezione criminalità organizzata), di Trieste, Verona, Brescia, Ferrara e Rovigo, senza dimenticare il Reparto prevenzione crimine di Padova e il coordinamento dello Sco, il Servizio centrale operativo di Roma, mentre le Fiamme gialle hanno schierato il Gico di Trieste e di Venezia e gli specialisti dello Scico, il Servizio centrale investigativo criminalità organizzata.
Gli arrestati sono stati poi portati in questura a Santa Chiara, da dove poi sono stati scortati, anche in aereo, nelle carceri di mezza Italia.
Gli obiettivi assegnati sono stati raggiunti senza alcun ostacolo, sorprendendo nel sonno anche Luciano Donadio, considerato il boss del clan: in manette è finito anche il suo primogenito Adriano, trent'anni. La perquisizione della villa di famiglia, a due passi dal centro di Eraclea, si è protratta fino al tardo pomeriggio. Attorno alle sette l'accesso in municipio, dopo l'arresto del sindaco Mirco Mestre, per acquisire documentazione. Nella centralissima piazza Garibaldi schierate auto di polizia e finanza, altre pattuglie in movimento nelle strade limitrofe, poi i sigilli del sequestro al Punto Snai, che Adriano gestiva a due passi dalla sede comunale.
I primi ad accorgersi che stava succedendo qualcosa di grosso sono stati i venditori ambulanti, arrivati verso le sei, per il mercato settimanale. Ieri, con la contestazione del 416 bis, associazione per delinquere di stampo mafioso, si è conclusa un'indagine partita quasi in sordina nel 2001 e che nel 2009 ha subito la svolta decisiva sotto il coordinamento del sostituto procuratore Roberto Terzo: anni in cui a capo della Mobile di Venezia c'era Alessandro Giuliano e al suo fianco Stefano Signoretti, mentre al Gico di Trieste prima e a quello di Venezia poi c'era Nicola Sibilia. Investigatori che hanno intuito fin dall'inizio la pericolosità della presenza dei casalesi a Eraclea. Oggi Giuliano dirige lo Sco, mentre Signoretti la Squadra Mobile lagunare, e Sibilia è il capo ufficio operazioni dello Scico; con lui in conferenza stampa il generale Alessandro Barbero, comandante dello Scico, e il tenente colonnello Massimo Salemi del Gico di Trieste.
Monica Andolfatto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci