ALLARME SOCIALE
SEREN DEL GRAPPA «Se vogliamo salvare centinaia di piccole

Mercoledì 8 Aprile 2020
ALLARME SOCIALE
SEREN DEL GRAPPA «Se vogliamo salvare centinaia di piccole e medie ditte, di cui il Bellunese è pieno, serve liquidità. Subito, accreditata almeno in parte nei conti correnti delle attività. Solo questo, nel difficile momento attuale, può dare un po' di ottimismo nei confronti del futuro a commercianti, artigiani e imprenditori». A parlare è Michele De Bacco, titolare a Seren del Grappa di Data Impresa Stp, società fra commercialisti e consulenti del lavoro a servizio nelle aziende. «Mentre per i dipendenti in difficoltà - aggiunge - servirebbe un unico forte ammortizzatore sociale, capace di stracciare l'enorme mole di burocrazia in essere».
IMPRESE E LAVORATORI
«Stiamo vivendo la più grave situazione economica che si sia vista dopo la seconda guerra mondiale - afferma De Bacco - e per affrontarla, ora come allora, ci vogliono coraggio, condivisione, determinazione e impegno da parte di tutti ma soprattutto visione strategica. E io francamente, alla luce degli ultimi decreti governativi, di questi principi ne vedo ben pochi. Non c'è visione lungimirante, non c'è un'azione strutturale organica e organizzata e non ci sono nemmeno condivisione e apertura verso proposte o aiuti che pur stanno arrivando, soprattutto da tecnici e professionisti». Secondo il consulente del lavoro, «alle aziende invece dei soldi veri sono state date semplici garanzie. Lo Stato, di fatto, consegna le aziende in mano al sistema bancario e le garanzie messe sul tavolo agiranno solo dopo che l'impresa si sarà giocata ogni risorsa a disposizione. Per saldare il debito, di cui ancora non si conosce l'interesse, solo 6 anni mentre ne servirebbero almeno 10. Inoltre, nessun contributo a fondo perduto: provvedimento che, soprattutto per le piccole aziende, sarebbe indispensabile. E finirà, come sempre, che chi ha già risorse di suo in questo frangente avrà delle grandi opportunità finanziarie». Non è andata meglio, per De Bacco, ai lavoratori dipendenti. «A loro - dice - sono stati riservati degli ammortizzatori sociali farraginosi e intrisi di burocrazia, mentre invece sarebbe stato necessario un unico strumento con regole uguali per tutti e corrisposto direttamente sul conto corrente degli interessati. Così come può tornare utile il ricorso temporaneo al voucher per integrare i limitati redditi».
L'INFERNO RICEVUTE BANCARIE
«Non ho ancora sentito affrontare - sottolinea il professionista - una tematica essenziale che rischia di scatenare un vero e proprio inferno. Ovvero la salvaguardia del sistema dei pagamenti delle aziende e fra le aziende. In questi giorni, in tutta Italia, scadono milioni di RiBa (le ricevute bancarie, ndr). Ci si sta ponendo il problema se verranno effettuati regolarmente questi pagamenti o se invece, come sta di fatto accadendo, in buona parte salteranno? Esiste la tutt'altro che remota possibilità che chi deve pagare faccia finta di niente, visto il momento, e che a soccombere sia il creditore. Io stesso sto lavorando ore e ore in più del solito, per far fronte a mille istanze, rischiando di non ricevere i relativi compensi. E come me tanti altri soggetti produttivi».
Raffaella Gabrieli
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