Allarme, cala l'elemosina a messa

Domenica 14 Ottobre 2018
L'ANALISI
PADOVA Calano le elemosine, ma aumentano i fondi impegnati nelle opere di carità da parte della Chiesa di Padova. Come sale, fino a superare i 2,2 milioni di euro, il fondo emergenze messo a disposizione delle parrocchie dalla Diocesi padovana. Che per dirla come Nicolò, parrocchia di Monselice, uno dei quasi cinquemila under 35 che l'anno scorso hanno dato vita al Sinodo dei giovani e uno dei sei giovani a cui il vescovo Claudio Cipolla ha chiesto di visionare in anteprima il Rapporto annuale 2017, dimostra come la Diocesi (che chiude in passivo di 872 mila euro, vedi pezzo sotto, ndr) abbia l'attitudine a essere mamma delle parrocchie e si sobbarca i rischi contratti dalle stesse comunità. Questo è indice di amore, ma serve una gestione più responsabile dei beni da parte delle parrocchie stesse. Uno sguardo nuovo, quello chiesto dal vescovo ai giovani, che hanno risposto presente senza troppi timori.
LE ELEMOSINE
Ed è nel capitolo dedicato ai rendiconti dei bilanci 2016 di 421 parrocchie, che balza all'occhio uno dei dati più curiosi del bilancio, presentato ieri per la terza volta nella storia. Se da un lato le chiese della Diocesi sembrano far fatica a gestire il proprio patrimonio economico, nonostante le entrate (54,7 milioni) siano superiori alle uscite (46,3 milioni di euro) è anche vero che sta sempre più venendo a mancare un caposaldo come le offerte durante le messe. A dirlo sono i dati. Nel 2016 (ultimo anno in cui tutte le parrocchie hanno inviato i propri rendiconti) la colletta domenicale e feriale l'elemosina è calata del 4 per cento rispetto al 2015, passando dai 10,1 milioni raccolti tre anni fa ai 9,7 racimolati nel 2016. Parrocchie che di contro, nel dare uno sguardo sociale al bilancio, vedono impegnati in tutta la Diocesi 120 mila ragazzi nei gruppi di catechesi, 180 mila adulti nei gruppi di accompagnamento, 7 mila catechisti e 3.500 accompagnatori di genitori per un totale di 700 mila ore di servizio di catechesi. Tutto volontario. «I Consigli pastorali, ma ancora di più i Consigli per la gestione economica ha puntualizzato monsignor Cipolla sono responsabili di una profonda verifica in ordine all'uso, al senso e al valore dei nostri beni che ci devono aiutare a continuare con lo stesso stile umile e povero, la missione di Gesù. Che però non vuol dire pauperismo spinto, ma gestione oculata. Basta alle firme per fiducia, bisogna capire dove stiamo andando. Anche la gestione economica delle parrocchie deve essere coerente con il Vangelo, altrimenti si riduce tutto a una sola operazione di calcolo che forse non serve nemmeno più di tanto».
LE OPERE DI CARITÀ
Tra le voci principali del bilancio, spicca un altro capito che dà la dimensione dell'impegno verso gli ultimi voluto dal vescovo Cipolla, ovvero le opere di carità. In tutto il 2017 sono stati circa 70 i milioni di euro impegnati per l'aiuto ai più bisognosi, tanto a Padova e in Italia, quanto nel mondo, con un incremento di quasi 5 milioni di euro in più rispetto a quelli impegnati nel 2016. A voler spacchettare il dato, sono 39,5 i milioni impegnati nella carità diocesana attraverso enti come Caritas, Associazione universale Sant'Antonio, Adam Onlus, Casa del Fanciullo, Cucine popolari, Irpea, Opera Casa Famiglia e Opsa; mentre salgono a 29,9 i milioni messi a disposizione per la solidarietà tra chiese attraverso l'Ufficio missionario e i Medici con l'Africa-Cuamm, che fanno la parte del leone nella voce, avendo investito 28,7 milioni solo nello scorso anno. Capitolo 8 per Mille. Detto che il dato è parziale (le assegnazioni sono possibili fino a maggio 2018 e il bilancio si è chiuso al 31 dicembre 2017), la Diocesi ha distribuito poco più di quattro milioni di euro: 1.643.174,53 euro sono stati destinati in interventi caritativi; 1.704.827,36 euro in esigenze di culto e pastorale e altri 704.163 euro per il restauro di beni culturali.
Nicola Munaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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