Alessandro Campi

Per quanta pazza e ingarbugliata possa apparire la crisi

Lunedì 26 Agosto 2019
Alessandro Campi

Per quanta pazza e ingarbugliata possa apparire la crisi politico-istituzionale innescata dalla decisione di Salvini d'interrompere la sua collaborazione al governo col M5S, siamo arrivati ad un punto nel quale agli attori in campo Quirinale e partiti sembrano rimaste soltanto due scelte: il voto anticipato o la costituzione di un esecutivo politico sostenuto in Parlamento dal Pd e dai grillini.
Rispetto al caos prolungato che molti temono, l'esistenza di un'alternativa così secca è paradossalmente un segno di chiarezza, considerata anche l'impraticabilità delle altre soluzioni che sono state avanzate in questi giorni: dalla rinascita del contratto giallo-verde (un governo a guida Di Maio, ventilato da un Salvini in via di ripensamenti, che però difficilmente troverebbe i voti necessari al Senato) alla costituzione dell'ennesimo governo tecnico-istituzionale ispirato dal Colle (ipotesi da scartare visto che proprio i governi tecnici sono stati l'alimento ideologico del risentimento populista che ha sconvolto in pochi anni gli equilibri politici dell'Italia).
Il ritorno alle urne è ciò che chiedono, con diversa intensità e convinzione, la Lega di Salvini, la destra nazionalista della Meloni e quel che resta del vecchio mondo berlusconiano. Ma è una posizione, per quanto politicamente legittima, al momento formalmente minoritaria in Parlamento. (...)
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