Alessandro Campi
Noi italiani abbiamo insegnato al mondo la necessità, applicata

Giovedì 20 Febbraio 2020
Alessandro Campi
Noi italiani abbiamo insegnato al mondo la necessità, applicata soprattutto all'arte politica, di tenere separata l'apparenza dalla realtà. E l'utilità pratica che può derivare dal dire una cosa intendendone in effetti una diversa o opposta, dall'annunciare un'azione per poi farne un'altra. Senza contare il vantaggio che deriva, quando si vogliono confondere le idee agli avversari, dall'adottare comportamenti che a prima vista possono risultare del tutto insensati e immotivati, addirittura controproducenti, ma che hanno invece una loro razionalità (che poi i calcoli siano esatti è un altro conto).
Bene, si dice che Renzi stia facendo il matto, vittima com'è del suo congenito iperattivismo e di una visione della politica giocata tutta sulla velocità, la continua fuga in avanti e l'azzardo, come tale di corto respiro e incapace di sedimentare alcunché. È la sua natura impulsiva che lo rende irrequieto e imprevedibile per sé e per gli altri. Come spiegarsi altrimenti l'agitazione di questi giorni, al limite della frenesia? Con la minaccia continua di far cadere il governo che proprio lui ha fatto nascere; le critiche feroci al partito di cui è stato segretario e che sembra diventato il suo nemico principale; gli ammiccamenti a Salvini da cui tutto dovrebbe invece dividerlo; infine la sua presenza ossessiva sui media quasi a creare un clima d'attesa per il gran colpo che starebbe per preparare (e che ieri sera, a Porta a Porta, ha cominciato pubblicamente a sferrare).
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