Alessandro Campi
Fratelli d'Italia sale, la Lega scende. Il Pd guadagna, il M5S perde. Quello oggi ha lo 0,5% in più, quell'altro lo 0,3 in meno. La Meloni che sorpassa Salvini. Letta che sorpassa anche lui Salvini. Salvini che forse è sempre primo. Conte che, non essendo ancora a capo di nulla, non riesce a sorpassare nessuno.
Ma è giusto leggere in questo modo, come se fosse una corsa campestre ad ostacoli, i sondaggi (peraltro tutti abbastanza concordi quanto ai risultati) che circolano da alcune settimane e che tutti, in privato o in pubblico, ci divertiamo a commentare?
Dal punto di vista mediatico, personalizzare lo scontro e trasformarlo in una specie di duello all'ultimo sangue certamente funziona. Ma prendiamo il caso del centrodestra. Con tutto quello che in passato si sono detti Berlusconi, Fini e Bossi salvo poi ritrovare quasi sempre un accordo al momento delle elezioni perché dovremmo oggi considerare una resa dei conti destinata a far implodere il centrodestra la competizione tra la Meloni e Salvini? Attenti, come sempre, a confondere le proprie speranze con le ragionevoli previsioni che l'attualità e la storia ci suggeriscono.
Sinora questa competizione ha tutt'altro che indebolito il centrodestra, semmai lo ha rafforzato (nei numeri, se non politicamente), ivi compresa la diversa scelta che i due partiti hanno fatto rispetto al governo Draghi. (...)
Segue a pagina 23
© RIPRODUZIONE RISERVATA Fratelli d'Italia sale, la Lega scende. Il Pd guadagna, il M5S perde. Quello oggi ha lo 0,5% in più, quell'altro lo 0,3 in meno. La Meloni che sorpassa Salvini. Letta che sorpassa anche lui Salvini. Salvini che forse è sempre primo. Conte che, non essendo ancora a capo di nulla, non riesce a sorpassare nessuno.
Ma è giusto leggere in questo modo, come se fosse una corsa campestre ad ostacoli, i sondaggi (peraltro tutti abbastanza concordi quanto ai risultati) che circolano da alcune settimane e che tutti, in privato o in pubblico, ci divertiamo a commentare?
Dal punto di vista mediatico, personalizzare lo scontro e trasformarlo in una specie di duello all'ultimo sangue certamente funziona. Ma prendiamo il caso del centrodestra. Con tutto quello che in passato si sono detti Berlusconi, Fini e Bossi salvo poi ritrovare quasi sempre un accordo al momento delle elezioni perché dovremmo oggi considerare una resa dei conti destinata a far implodere il centrodestra la competizione tra la Meloni e Salvini? Attenti, come sempre, a confondere le proprie speranze con le ragionevoli previsioni che l'attualità e la storia ci suggeriscono.
Sinora questa competizione ha tutt'altro che indebolito il centrodestra, semmai lo ha rafforzato (nei numeri, se non politicamente), ivi compresa la diversa scelta che i due partiti hanno fatto rispetto al governo Draghi. (...)
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