«Albino e Martino due figure umili che hanno dedicato la vita agli altri»

Domenica 12 Novembre 2017
«Albino e Martino due figure umili che hanno dedicato la vita agli altri»
IN DUOMO
BELLUNO Un santo patrono da festeggiare, un venerabile da omaggiare. La festa in basilica, ieri mattina, è stata doppia. Nel giorno dedicato a San Martino, protettore di Belluno, a riunirsi in duomo sono state due comunità. Bellunesi, sì, ma anche agordini. Un mare di persone, almeno duemila, assiepate nella cattedrale per partecipare alla tradizionale messa delle 10 ma anche per ascoltare dalle parole del cardinale Beniamino Stella le ultime novità sulla causa di beatificazione di Papa Luciani. Era un grande giorno per il territorio, la festa di un'intera comunità. Fin dai saluti iniziali don Elio Larese ha chiarito l'eccezionalità dell'appuntamento. «È qui con noi il cardinale postulatore della causa di beatificazione di Papa Luciani ha annunciato ai fedeli, in trepida e silenziosa attesa di sapere di più -, per l'occasione ci sono tanti fedeli arrivati dall'Agordino, il vescovo monsignor Renato Marangoni, il vescovo di Vittorio Veneto monsignor Pizziolo e una parte dei canti verrà eseguita dal coro inter foraniale della forania di Agordo».
GLI ONORI
Il resto della celebrazione è stata un continuo rimando e un parallelo tra le due grandi figure, quella del santo del mantello e quella del religioso Albino Luciani. Il tutto condotto sulla scorta del Vangelo di Matteo in cui viene spiegato come aiutando gli altri si tenda una mano allo stesso Signore. «Con gioia siamo qui riuniti in questo giorno dedicato a San Martino per affidare alla sua intercessione la città di cui è il patrono le parole di esordio dell'omelia affidata proprio all'ospite d'eccezione, il cardinale Stella -. C'è, però, anche una ragione in più. Giovedì scorso la congregazione della causa dei santi ha promulgato un decreto in cui si dichiarano le virtù di Albino Luciani. Desidero perciò guardare a San Martino a al venerabile Giovanni Paolo I come a modelli di santità per ciascuno di noi». Quindi il religioso si è inoltrato in una riflessione per ciascuno dei due protagonisti. La generosità di San Martino da un lato, l'umiltà del pontefice di Canale d'Agordo dall'altro. «San Martino è noto per il gesto con cui, quando ancora non era battezzato, ha diviso il proprio mantello spinto dall'amore per il prossimo e dall'indifferenza dei passanti ha proseguito Stella dando un ritratto di entrambe le figure -. Facciamoci tutti un esame di coscienza e domandiamoci cosa sia per noi il prossimo. Una virtù di papa Luciani è stata l'umiltà, una scelta di vita con la quale custodire tutte le altre virtù. Essere umile significa non cedere alla smania di distinguersi, di mettersi in mostra, di fare carriera sgomitando, significa apparire per quelli che si è e non di più. San Martino e Albino Luciani sono entrati nelle nostre vite incarnando una pagina del Vangelo di Cristo, preghiamo perché con il loro esempio possiamo anche noi seguire Gesù ed essere segno tangibile dell'amore che Dio ha rivolto agli uomini».
TRA I FEDELI
Tra le centinaia di fedeli arrivati ieri per la celebrazione, anche Pietro Maso. L'uomo, residente in città dopo aver scontato la sua pena, si è messo in fila insieme alle altre persone e ha ricevuto la comunione dallo stesso cardinale. Nei primi banchi, invece, le autorità. Come da tradizione è intervenuto il sindaco della città, Jacopo Massaro e le autorità cittadine. Quest'anno, vista la particolarità della ricorrenza, in prima fila c'era anche il primo cittadino di Canale d'Agordo, Rinaldo De Rocco.
A.Tr.

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