AI FORNELLI
CANALE D'AGORDO Poco più di un anno dopo Vaia è arrivata

Domenica 5 Aprile 2020
AI FORNELLI
CANALE D'AGORDO Poco più di un anno dopo Vaia è arrivata l'emergenza Coronavirus. Un doppio colpo ravvicinato che sta mettendo ancora una volta a dura prova gli operatori economici della montagna. Tra questi, i fratelli Tibolla, titolari a Canale d'Agordo del ristorante Alle Codole, locale che fu duramente toccato dalla tempesta dell'ottobre 2018. «Era stata dura allora e non è semplice nemmeno adesso dice lo chef Oscar -. Lavorando sodo e con l'aiuto dei compaesani ci eravamo ripresi ed eravamo riusciti a recuperare. Ora dobbiamo affrontare un'altra sfida, che però ha delle caratteristiche diverse. Vaia ha colpito forte qui nelle nostre zone, il Coronavirus invece sta mettendo in ginocchio praticamente tutti i settori e ovunque. La tempesta aveva fatto i suoi enormi danni, sapevamo cosa avevamo perso e cosa dovevamo ricostruire. Oggi invece si naviga nell'incertezza più totale. Peccato perché l'inverno stava andando avanti bene e ci stavamo preparando per tutti quegli eventi che cadono in primavera, come la Pasqua, le cresime e le comunioni, che andranno invece persi». Ciò che preoccupa maggiormente il ristoratore agordino, sono i dubbi su cosa riserverà il futuro.
LE PROSPETTIVE
«Siamo fermi, non sappiamo quando ripartiremo e nemmeno in quali condizioni ci ritroveremo a lavorare. Probabilmente prima verranno aperte le industrie e noi, del terziario, torneremo operativi solo in un secondo momento. E sarà una partenza a rilento poiché condizionata dalle misure adottate per tenere sotto controllo il virus. La gente, costretta in casa per lungo tempo, avrà sicuramente voglia di uscire. Però ci sarà anche chi non avrà ancora perso la percezione della paura del contagio. E poi al ristorante ci si va per rilassarsi: vedremo che impatto avranno sulla clientela eventuali obblighi di mascherine e distanze tra i coperti. Con tutti questi dubbi, il problema sarà quello di organizzare il lavoro in condizioni completamente nuove». Nonostante tutto, Tibolla dice di riuscire a vedere il bicchiere mezzo pieno: «Cerco di sfruttare al meglio il tempo che ora ho a disposizione, riposando e dedicandomi alla famiglia, cose non scontate per chi fa un mestiere come il mio. Poi credo che quando l'emergenza rientrerà, la montagna sarà una destinazione gettonata per la tranquillità che offre. Per quanto ci riguarda, ci faremo trovare pronti quando ci consentiranno di ripartire».
Andrea Ciprian
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