Affitti non dovuti, i proprietari: «Provvedimenti provvisori»

Giovedì 28 Maggio 2020
IL CASO
VENEZIA «La strada più opportuna è quella del buonsenso e dell'equilibrio: di fronte ad una situazione difficile come quella che sta vivendo Venezia, la strada migliore a mio avviso è quella del dialogo e degli accordo bonari tra proprietari e affittuari di locali adibiti ad esercizi commerciali o attività artigianali: il rischio, altrimenti, è questi ultimi chiudano e che gli immobili restino sfitti».
L'avvocato Giuliano Marchi, presidente di Confedilizia, lancia un messaggio che vuol essere di distensione alla luce dei due decreti emessi dal Tribunale civile di Venezia che, in via d'urgenza, ha accolto i ricorsi dei titolari di due esercizi commerciali, bloccando l'escussione delle fidejussioni a garanzia del mancato pagamento dell'affitto nel periodo di chiusura per l'emergenza coronavirus. Provvedimenti che dovranno essere convalidati e poi discussi nel merito, ma che seguono una linea intrapresa anche da altri uffici giudiziari italiani: ultimo un provvedimento del Tribunale di Rimini che ha accolto il ricorso di un gestore di un hotel.
BUONSENSO ED EQUILIBRIO
«Si tratta di provvedimenti provvisori che hanno natura cautelare e non consentono di concludere che si è autorizzati a non pagare il canone d'affitto - sottolinea Marchi - Al contrario, lo stesso provvedimento con cui il governo ha stabilito la possibilità di usufruire di un credito d'imposta pari al 60 per cento dell'affitto, stabilisce che il canone va pagato. E bisogna stare attenti perché l'effetto potrebbe essere quello di uno sfratto per morosità. Ciò premesso è chiaro che le difficoltà ci sono e per uscire da questa situazione la strada migliore è quella di suddividere tra le parti i sacrifici: non si può scaricare tutto l'onere sugli affittuari, ma neppure sui proprietari».
Il presidente di Confedilizia annuncia di aver già avviato una discussione assieme alle associazione di categoria, da Confesercenti a Confcommercio, per trovare una strada che possa essere positiva per tutti: «Non è pensabile che qualcuno decida di non pagare, oppure che, dall'altra parte, si pretenda di avere tutto e subito: anche i proprietari hanno tutto l'interesse che le aziende restino in piedi, che riescano a ripartire, confidando che questa situazione temporanea abbia fine».
SITUAZIONE DIFFICILE
L'avvocato Jacopo Molina, che tutela gli interessi di una commerciante che ha ottenuto dal giudice il blocco del pagamento dei mesi di mancato preavviso dopo la chiusura dell'attività, sottolinea come questi provvedimenti, emessi in via cautelare, presuppongono una valutazione sia sul fronte del danno per il ricorrente sia sulla fondatezza della questione. «Ci saranno approfondimenti, ma nessun giudice concede un provvedimento inibitorio senza averci riflettuto - spiega il legale - L'autorità giudiziaria sta andando tutta in questa direzione, come dimostrano i provvedimenti emessi in altre località italiane. A Venezia la situazione è più difficile che altrove perché si innestano due stati di emergenza: Covid-19 e l'acqua alta eccezionale di novembre. È chiaro che un accordo tra le parti - proprietà e affittuario - è sempre preferibile, ma dove questo accordo non c'è, sarà il giudice a decidere. Certamente in una fase come questa i contratti dovranno essere rimodulati per il futuro: molti canoni, infatti, non sono più attuali e sostenibili».
Gianluca Amadori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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