Addio choc, Borrelli va nel gruppo misto

Mercoledì 14 Febbraio 2018
IL CASO
VENEZIA Quando il M5S non esisteva ancora, David Borrelli era già grillino. Candidato sindaco della lista Grilli Treviso nel 2008, primo consigliere comunale eletto in Italia: dieci anni da fedelissimo dell'amico comico-leader Beppe, fino a ieri mattina, quando l'eurodeputato ha ufficializzato il proprio ingresso nel gruppo dei non iscritti, infliggendo così un duro colpo ad un partito scosso dalle polemiche prima per le esclusioni dalle parlamentarie, poi per la direttiva sulle «nefandezze», quindi per la mancata restituzione delle indennità. «Borrelli ha riferito Laura Agea, attuale capogruppo a Bruxelles ha comunicato alla delegazione italiana del Movimento 5 Stelle che la sua è stata una scelta sofferta ma obbligata da motivi di salute»: una spiegazione che fino a notte ha suscitato, soprattutto in Rete, ironia e indignazione trasversali.
L'USCITA
La notizia dell'uscita dal M5S dell'antesignano dei pentastellati è piombata in Italia alle 15.12, con un flash dell'agenzia Adnkronos. «Prendiamo atto che Borrelli non fa più parte del Movimento 5 Stelle», ha laconicamente commentato l'ormai ex collega Agea, l'unica a farsi carico di una dichiarazione ufficiale sulla vicenda. Il 46enne ha staccato il telefono, i vertici si sono chiusi nel silenzio. Assordante, considerata la caratura del personaggio, l'ex informatico di giorno e pizzaiolo di sera diventato imprenditore ed europarlamentare, nonché socio con Davide Casaleggio e Massimo Bugani della piattaforma Rousseau (creatura ideata dal suo defunto mentore Gianroberto), l'uomo che portò al Campidoglio il conterraneo Massimo Colomban.
LA PARABOLA
Un decennio in continua accelerazione, finché nel gennaio dello scorso anno la parabola di Borrelli aveva mostrato i primi segni di discesa. L'allora co-presidente del gruppo euroscettico Efdd, insieme a Nigel Farage di Ukip, su mandato di Casaleggio jr aveva tentato l'improbabile passaggio della pattuglia pentastellata tra i filo-europeisti di Alde, con l'obiettivo di ottenere un accreditamento nelle cancellerie europee. Missione fallita, con tanto di perdita degli eurodeputati Marco Affronte e Marco Zanni, ai quali Grillo aveva provato a presentare il conto da 250.000 euro previsto dal codice di comportamento per il cambio di casacca (così in queste ore sui social circola l'interrogativo: quella regola ora varrà anche per Borrelli?). Poi ad ottobre una nuova spina nel fianco del trevigiano: i malumori per l'ingresso della sua compagna Maria Angela Riva nello staff dell'europarlamentare Isabella Adinolfi, incarico comunque gratuito ed infine rifiutato. Quindi nei giorni scorsi era scoppiata un'altra grana per il gruppo Efdd, finito sotto la lente per alcune missioni della responsabile comunicazione Cristina Belotti, notizia definita «falsa e mistificatoria» dal Movimento, già alle prese con il caso dei rimborsi dei parlamentari nazionali. E a proposito di comunicatori, un paio di settimane fa in Veneto era scoppiato lo scandalo delle istruzioni anti-avversari del giornalista Ferdinando Garavello al gruppo dei candidati alle Politiche («tira fuori tutto il peggio che si può tirar fuori»).
LA PIEGA
In un'intervista al Gazzettino, che aveva svelato la vicenda, Borrelli aveva lasciato trapelare ilproprio disagio per la piega presa da una parte del Movimento: «Forse qualcuno si sta facendo trascinare in un campo di gioco che non è mai stato il nostro. Se è un cambiamento o un periodo lo dirà il tempo. Io non sono cambiato e ciò mi basta per addormentarmi sereno». Parole amare, come quelle che ancora in autunno l'europarlamentare usava in privato e in pubblico, nonostante Grillo cercasse di rassicurarlo sulla correttezza della loro posizione («Caro David, non abbiamo da rimproverarci nulla»). Confidava agli amici nelle chat: «Mi sa che me ne andrò». Annotava sul proprio profilo Facebook: «Abbiamo circa 130 persone al Parlamento, e 15 in Europa. Abbiamo Sindaci e Consiglieri regionali. Ma in questi ultimi anni anziché parlare alle persone abbiamo parlato a noi stessi e tra noi. Litigandoci la presenza di uno o l'altro come fosse un trofeo da esporre. Più sei famoso più ti voglio, e più ti voglio più diventi famoso. Ha ragione Beppe Grillo, come sempre, abbiamo sbagliato qualcosa. Non è troppo tardi però, possiamo ancora cambiare, basta fare due passi indietro, necessari per capire da dove veniamo, e di slancio farne tre avanti. La meta è vicina, e io sono trevigiano, il Rugby ce l'ho nel sangue!».
I DOTTORI
Ma qualcosa, o qualcuno, deve aver placcato Borrelli, la cui spiegazione dei «motivi di salute» suona come improbabile, a fronte del fatto che l'eurodeputato non si è dimesso dalla carica. «Che voi sappiate, ci sono più dottori nel gruppo misto?», ha chiesto Francesco Bonifazi, tesoriere del Partito Democratico, dando voce al sarcasmo che monta in Rete, mescolandosi alla delusione degli attivisti, come la veneziana Sonia De Lazzari, che ieri sera gli ha scritto: «Ringrazia e scusati almeno con gli italiani che ti hanno permesso di entrare nel M5S e che credevano in te».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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