A MESTRE
Le pile di cassette vuote messe davanti ai banchi del pesce e della

Venerdì 30 Ottobre 2020
A MESTRE Le pile di cassette vuote messe davanti ai banchi del pesce e della
A MESTRE
Le pile di cassette vuote messe davanti ai banchi del pesce e della frutta servono per delimitare gli spazi e mantenere il distanziamento fisico con i clienti. L'area indoor in stile tirolese del mercato di Mestre non è aperta solo il mercoledì e il venerdì, e così i commercianti che vendono pesce, frutta e verdura negli spazi messi a disposizione dal Comune di Venezia hanno avuto il tempo di sondare gli effetti, anche psicologici, dell'ultimo restrittivo decreto in vigore dal 26 ottobre. Il primo effetto immediato è stato un sensibile calo della clientela. «La gente è terrorizzata, ha paura e appena vede troppo affollamento non entra dentro il mercato osserva sconsolato il fruttivendolo Pino ma noi siamo qua per lavorare e abbiamo bisogno che i clienti ci siano. Ieri (mercoledì per chi legge, ndr) c'era il mercato all'aperto ed era un vero disastro, nessuno rispettava le regole mentre qui dentro per osservarle mettiamo i paletti e il gel igienizzante ovunque, ma tutto questo bombardamento di notizie che arrivano ogni giorno ci sta remando contro».
RISPETTO DELLE REGOLE
A giudizio dei commercianti finora la gran parte dei clienti del mercato coperto di Mestre, che in questi giorni sono prevalentemente anziani, si è dimostrata disciplinata e ligia alle prescrizioni di sicurezza sanitaria. «Sono tutti con le mascherine, soprattutto gli italiani spiega Andrea della pescheria Torcellan - e noi stessi cerchiamo di evitare che si formino assembramenti davanti al banco, per questo serviamo solo due persone alla volta, quattro per quelli che hanno il banco doppio». «La clientela ha molta paura di spostarsi e del contatto con gli altri, con l'aumento dei contagi qui c'è stato un netto calo delle persone, soprattutto di quelle che venivano a fare la spesa da fuori provincia osserva Sara della pescheria Santino - ma noi la nostra parte la stiamo facendo, cerchiamo continuamente di mantenere e di far rispettare le distanze con i clienti e di riprendere quelli che non indossano correttamente la mascherina. Per fortuna le forze dell'ordine vengono regolarmente a controllare, sono molto comprensive, ci aiutano a fare rispettare le regole. Con loro il rapporto è ottimo, semmai a crearci problemi è l'entrata del mercato, che è molto stretta e limita i movimenti delle persone».
CONTROLLI SPONTANEI
Per non correre il rischio di vedersi chiudere le saracinesche il controllo delle norme anti Covid viene spesso esercitato direttamente dagli esercenti. «Con le forze dell'ordine si cerca di darsi una mano a vicenda. Sicuramente c'è il timore di uscire e c'è molta meno gente in giro ma con i clienti che ci sono noi cerchiamo di far rispettare le distanze spiega il fruttivendolo Roberto Diciamo che la maggior parte dei clienti è disciplinata, in caso contrario siamo noi stessi a chiedere alle persone di rispettare le regole, anche se capita che alcuni anziani che non mettono correttamente la mascherina si sentano offesi e reagiscano male». Tra i commercianti serpeggia un certo pessimismo sui possibili scenari futuri e c'è chi si è organizzato di conseguenza. «In tutto il centro di Mestre c'è meno gente, i giovani sono spariti e per noi c'è meno lavoro. E se dovessero arrivare ulteriori restrizioni la vedo molto dura spiega Steven della pescheria Nonna Bruna - per questo siamo già attrezzati e pronti per effettuare ancora il servizio di consegna a domicilio come abbiamo fatto a marzo e ad aprile, che ci ha permesso di lavorare sia pure a regime ridotto». «A causa delle chiusure anticipate abbiamo perso tutti i ristoranti di Venezia e della terraferma e per noi questo è stato un danno doppio ricorda Davide - e per salvare la stagione c'è chi, come me, a febbraio ha iniziato le consegne del pesce a domicilio e continua a farlo anche adesso pur di non essere costretto a chiudere tutto».
Paolo Guidone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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