Visite in casa di riposo con gazebo e percorsi

Martedì 26 Maggio 2020
IL PROGETTO
PORDENONE Cautela e necessità. Serviranno entrambe, perché si affronterà uno dei temi più delicati del processo di normalizzazione, cioè la fine del lockdown prolungato nelle case di riposo. Cautela, perché non si potrà più sbagliare; necessità, perché se gli anziani hanno evitato il virus non vuol dire che da oggi in poi debbano ammalarsi di solitudine. Ecco perché la Regione in questi giorni sta lavorando a un piano per riaprire - gradualmente - ai visitatori le residenze per anziani del Friuli Venezia Giulia. E in provincia di Pordenone c'è già fermento nelle direzioni delle strutture, tra piani praticamente pronti e qualche perplessità.
LE TEMPISTICHE
Da fine marzo, in Friuli Venezia Giulia le case di riposo sono sigillate. Nessuno, al di fuori di chi ci lavora e di qualche eccezione stabilita comunque dalle direzioni, può entrare a contatto con gli ospiti o mettere piede nelle strutture. Il decreto ministeriale vedrebbe nella metà di giugno il limite per la riapertura controllata delle residenze, ma il Fvg vuole muoversi in anticipo. Lo ha lasciato intendere il vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi, che in questi giorni è al lavoro per elaborare le linee guida locali che permetteranno alle singole case di riposo di riprendere le visite dei parenti in sicurezza. Ci si muove su due pilastri: si dovrà evitare la visita di gruppo e il sistema dovrà basarsi quanto più possibile sugli appuntamenti da fissare in precedenza. E poi, visto l'arrivo dell'estate, saranno più facilitate le residenze che hanno già in dotazione spazi all'aperto.
LE MISURE
Riaprire le case di riposo al pubblico, cioè ai parenti degli anziani, sarà necessario. Le visite alla finestra, commoventi immagini scattate nel cuore dell'emergenza, non possono diventare la normalità. La condizione dell'anziano, già confinato all'interno di una residenza e lontano dagli affetti, rischierebbe di peggiorare ulteriormente, con conseguenze inimmaginabili. Le linee guida non sgorgheranno automaticamente dalle stanze della Regione, ma dovranno essere decise anche dalle singole Aziende sanitarie e successivamente applicate - caso per caso - dalle direzioni delle strutture. Anche in provincia di Pordenone, infatti, ci sono case di riposo e case di riposo, complessi ampi e residenze più piccole. Il criterio numero uno sarà quello della sicurezza: consentite le visite di una persona alla volta, più restrizioni invece per le riunioni di famiglia. Sarà fondamentale il mantenimento della distanza di sicurezza tra gli anziani ospiti e i parenti e dovranno esserci dei percorsi dedicati all'interno delle strutture, per evitare di mettere a rischio il personale che lavora all'interno e gli altri anziani.
PREPARAZIONE
In casa di riposo a San Vito, ad esempio, si sta già lavorando al piano, ma ciò accade anche in altre realtà del territorio. L'organizzazione si basa sull'allestimento di spazi all'esterno (con tanto di gazebo per gli incontri) e di percorsi identificati per le visite agli ospiti costretti a letto. Sarà obbligatoria la prenotazione degli accessi.
IL MONITORAGGIO
Intanto prosegue l'attività di test a tappeto al personale delle case di riposo della provincia. Sino ad ora tutti i tamponi eseguiti agli operatori delle strutture hanno fortunatamente dato esito negativo. Entro la fine di maggio toccherà a San Vito, Pordenone e Sacile, cioè ai centri residenziali per anziani più capienti di tutto il Friuli Occidentale.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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