Venezuela, luci accese sotto la Loggia

Mercoledì 20 Febbraio 2019
Venezuela, luci accese sotto la Loggia
LA MARCIA
PORDENONE Luci accese sotto la loggia del Municipio per il Venezuela e in particolare per i tanti connazionali coinvolti nella grave crisi del Paese. Sono stati oltre 150 - perlopiù rappresentanti del mondo politico e imprenditoriale, oltre che persone di origini venezuelane o emigranti di ritorno - coloro che hanno preso parte alla marcia promossa dalla Libera Camera degli industriali, artigiani, commercianti, agricoltori e cooperatori della provincia di Pordenone. Fra i partecipanti, una dozzina di sindaci del territorio e diversi consiglieri regionali e comunali di diversi schieramento. In testa al corteo, una bandiera venezuelana e un cartello che definisce il Paese sudamericano ostaggio di una narco dittatura.
LE TESTIMONIANZE
Lungo il percorso, le testimonianze di chi ha vissuto negli ultimi anni la crisi venezuelana ed è testimone delle gravi difficoltà di chi è rimasto là. Come Patrizia Serafini, che ha lasciato il Venezuela nel 2002 seguita due anni fa anche dal padre, che nel Paese sudamericano era emigrato nel 1949. Non c'è da mangiare, non ci sono medicine - raccontano tutti. Speriamo in una svolta, perché non si può più continuare così. Tanti gli emigranti pordenonesi, e ancora di più quelli friulani, che negli ultimi anni, sia pure a malincuore, sono fuggiti dal Paese nel quale avevano costruito la loro vita.
IL SINDACO
Tanti altri, invece, sono ancora là, ed è soprattutto a loro che si è rivolto il sindaco Alessandro Ciriani, nella manifestazione trasmessa attraverso i canali social: «Pordenone vi è vicina e non vi dimentica. Vi giunga il caloroso abbraccio mio personale e della città. Il Comune di Pordenone ha aderito con convinzione a questa manifestazione per i legami affettivi e storici con questo Paese. Piccolo o grande che sia, ciascuno di noi ha il dovere di portare il suo contributo per chiedere a Maduro di adeguarsi alla volontà del suo popolo». Il primo cittadino ha voluto specificare che quella espressa con la manifestazione di ieri, «è una solidarietà che travalica qualsiasi considerazione politica: qui ci sono persone alle quali stanno a cuore le speranze e la vita di milioni di venezuelani. Noi pensiamo che il Venezuela abbia assolutamente diritto a una risoluzione democratica di questa crisi. Questa iniziativa è solo una piccola goccia - ha concluso -, ma può diventare un fiume che spinga il Paese verso la libertà».
LA SCELTA
A Michelangelo Agrusti il compito di spiegare perché la prima manifestazione di questo tipo abbia trovato spazio a Pordenone: «Perché Pordenone ha una lunga tradizione di solidarietà verso i popoli che soffrono - ha spiegato ricordando episodi quali l'accoglienza di Fiume Veneto ad alcuni dissidenti sovietici -. Una grande marcia parte sempre da un piccolo posto». Infine, l'invito ad accendere le torce dei cellulari, «per una luce che parte da Pordenone per la libertà del Venezuela democratico». Fra i sindaci della provincia, ha preso la parola il primo cittadino di San Vito Antonio Di Bisceglie: «Siamo anche qui ad assumere l'impegno per l'inizio di una mobilitazione. Non vogliamo né interventi armati, né la prosecuzione della dittatura, ma un percorso pacifico che porti alla proclamazione del presidente Guaidò e a libere elezioni». Adriano Luci ha annunciato l'attivazione di un centro di distribuzione di materiale sanitario attraverso una rete messa in piedi con molte difficoltà grazie a un contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, mentre la chiusura della manifestazione è stata affidata a Gilberto Bonalumi, a lungo presidente dell'Istituto di studi sull'America Latina: «Mi auguro - ha detto - che si moltiplichino nel nostro Paese iniziative come questa. Sono vent'anni che dura questa situazione: Guaidò va appoggiato senza se e senza ma».
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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