TURISMO IN GINOCCHIO
PORDENONE Non ci erano riuscite le piogge di dicembre e

Domenica 1 Marzo 2020
TURISMO IN GINOCCHIO
PORDENONE Non ci erano riuscite le piogge di dicembre e nemmeno le alte temperature di gennaio e febbraio a fermare le presenze turistiche a Piancavallo che fino alla settimana scorsa aveva vissuto una stagione positiva, favorita dalle belle giornate e dall'ottimo stato delle piste. L'emergenza Covid-19 ha però paralizzato l'attività in quota, con danni enormi all'intero comparto. Una beffa, se si pensa che per sfuggire a qualsiasi contagio le montagne sono sempre il luogo più indicato: vita all'aria aperta, sport, scarse possibilità di stare a meno di un metro dal proprio interlocutore.
LE CANCELLAZIONI
«A mettersi di traverso, questa volta, sono state le decisioni prese a livello nazionale che, qui come altrove, hanno paralizzato tutto il comparto», è l'accusa degli operatori, quasi tutti soci della Coop 1265, presieduta da Piero Toffoli. Per fare il punto della situazione e volendo mettere nero su bianco i dati fino a ora disponibili, venerdì sera si è svolta una riunione tra albergatori, tour operator e maestri di sci, dalla quale è emersa una situazione drammatica. Le cifre non sono basate sui presunti mancati incassi ma su dati oggettivi relativi alle cancellazioni di prenotazioni già in essere. «In buona sostanza - riassume Toffoli, a nome dei colleghi - nel giro di qualche giorno abbiamo avuto una perdita che oscilla tra l'85 e il 100 per cento, tradotta in cifre, più di 700 mila euro per l'intero comparto dei fornitori di servizi». Il dato si riferisce principalmente a due tipologie di clientela. Da un lato le presenze relative alle settimane bianche delle scuole che, qui come nel resto dell'arco alpino, caratterizzano le presenze del mese di marzo e che a causa del divieto dettato dal Miur (fino al 15 marzo) si sono improvvisamente volatilizzate. Dall'altro lato ci sono i turisti provenienti dall'Est Europa che ormai rappresentano lo zoccolo duro delle presenze alberghiere di Piancavallo. «In questo caso - ricorda il presidente della Coop -, le notizie provenienti dal nostro Paese, amplificate dai social-media, hanno creato un'atmosfera degna di un film apocalittico per la quale venire in Italia è diventato sinonimo di sicuro contagio. Gli stessi tour operator stranieri che collaborano con noi sono alla disperazione, riferendo che i governi di Paesi tra i quali Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia e Croazia stanno obbligando i loro cittadini alla quarantena al ritorno dalle regioni italiane messe in allerta sanitaria. È chiaro che con queste prospettive difficilmente si parte per una vacanza». Nel corso dell'incontro gli operatori hanno sottolineato anche le conseguenze devastanti sul fronte occupazionale. «Ad oggi abbiamo dovuto licenziare almeno una quarantina di dipendenti per oggettiva mancanza di clientela», ricordano da Piancavallo. Stessa situazione per le due scuole di sci che si sono viste cancellare oltre 2.300 ore di lavoro. «La situazione è sfuggita di mano e ora viviamo il paradosso di una località che, come la principessa delle fiabe, è pronta per il ballo di fine anno, ma sa che il suo principe azzurro non arriverà», è la chiosa finale che giunge dalla stazione turistica avianese. Gli operatori si sono accordati per chiedere un incontro urgente con le amministrazioni interessate per cercare in tempi brevi tutte le azioni possibili alla ricerca delle risorse finanziarie per compensare i danni patiti e appoggiano Promoturismo Fvg per le promozioni marketing appena avviate sui social. «Il messaggio che vogliamo far arrivare alla clientela è che la nostra località è aperta, tutti sono operativi e lo saranno fino al 29 marzo, giorno di chiusura ufficiale della stagione invernale - è l'appello di Toffoli -. Tra l'altro, ironia della sorte, in settimana sono previste le nevicate che sono mancate per tutto l'inverno».
Lorenzo Padovan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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